Con il VAR ci sono più rigori. Anche i rigoristi si adeguano, ecco come
In Italia da questa stagione si segnano molti più rigori. La percentuale realizzativa è infatti passata dal 70% dello scorso campionato all’82,4% di queste prime sette giornate di campionato. Ma non solo. Rispetto sempre allo scorso torneo sono stati assegnati molti più calci di rigore. 20 nei primi sette turni 2016/17, addirittura 34 nei primi 7 2017/18. Impossibile non associare questa impennata di tiri dagli undici metri all’introduzione del Var. L’applicazione che lascia meno scampo ai difensori abituati a trattenute o interventi semimascherati. E’ ovvio che con il Var le possibilità di farla franca crollano in maniera drastica. Soprattutto per quegli episodi di grande densità in area e per i quali è oggettivamente difficile per l’arbitro riuscire a vedere tutto senza incorrere nel rischio di essere impallati.
A questo punto si può anche ipotizzare che con un numero di rigori destinato a lievitare, le squadre più forti, ovvero dotate di più calciatori abili dal dischetto, decidano di alternarli per evi-
tare di regalare al portiere avversario la possibilità di trovarsi di fronte un attaccante studiato e ristudiato e quindi più facilmente neutralizzabile. La scorsa stagione in serie A sono stati fischiati in tutto 137 calci di rigore. Proiettando l’incremento di queste prime sette giornate si può ipotiz-
zare di chiudere il campionato 2017/18 con un totale di 185 tiri dal dischetto. Da tempo si è evinto che un numero sempre maggiore di partite si decide grazie alle cosiddette palle inattive, ovvero i calci di punizione. La sensazione è che possano essere sorpassati dai calci di rigore
Tuttosport