Una poltrona che adesso non scotta più: il Napoli è primo e non ne avverte il peso. Ora la squadra di Sarri ha piena consapevolezza della propria forza, ce l’ha fin dal primo giorno di ritiro in Trentino, o meglio dalla fine dello scorso campionato quando gli azzurri sancirono il patto scudetto decidendo di restare tutti. Lo scudetto, parola non più tenuta nascosta a Dimaro, Hamsik ne parlò apertamente nella sua prima intervista. Già, lo scudetto ora non fa più paura, la Juve non fa più paura. Ed è questa la grande differenza rispetto al recente passato quando il Napoli la vetta della classifica l’ha raggiunta e poi non è riuscita a conservarla. Primo posto che ha riconquistato dopo un anno, il 18 settembre scorso gli azzurri dopo quattro giornate erano primi a dieci punti con una lunghezza di vantaggio su Juventus e Roma. Ma il primato durò tre giorni (pari a Genova) e poi a ottobre, dopo la sconfitta di Bergamo con l’Atalanta e l’infortunio di Milik, il Napoli s’incartò e Juventus e Roma fuggirono via. Il primo posto durò di più invece due anni fa quando il Napoli girò da campione d’inverno con la vittoria di Frosinone e rimase da solo in testa per sette giornate. Tutto cambiò con la sconfitta nello scontro diretto di Torino contro la Juve: Zaza segnò a due minuti dalla fine, i bianconeri operarono il sorpasso e da quel momento si lanciarono verso il titolo.
La testa. Ecco, rispetto a quei momenti ora il Napoli è più forte mentalmente, sa di essere capolista non per caso ma di trovarsi lì per merito e come conseguenza logica di un lavoro meticoloso di campo che sta portando i suoi frutti. «Sì, il Napoli ha la consapevolezza della propria forza con i fatti per quello che riesce ad esprimere sempre in campo. Non solo giocate, organizzazione e qualità ma anche la certezza che in ogni caso adesso la partita riesce a portarla a casa. Gli azzurri, infatti, hanno vinto anche lasciando qualcosa agli avversari ma poi riprendendo il discorso e segnando sempre tre-quattro gol», dice Salvatore Bagni che lo scudetto a Napoli lo ha vinto con Maradona. «Il Napoli di Sarri gioca meglio del nostro, certo ora è un calcio diverso perché anche il portiere e i difensori devono partecipare all’azione ma vedere questa squadra è davvero un piacere, d’altronde riceve attestati di stima da tutt’Europa. La molla che è scattata è quella di essere convinti di poter arrivare alla vittoria finale e non parziale», aggiunge l’ex mediano.
Bello e concreto. Napoli non solo bello ma anche concreto: adesso non solo gioca bene ma vince con continuità. La serie record s’allunga, sette successi in questo campionato, cinque nel finale dello scorso anno. In totale, quindi, dodici vittorie di fila (l’altro record è rappresentato dai 19 risultati utili, cioè dall’ultimo ko con l’Atalanta il 25 febbraio, che ha migliorato le 18 partite consecutive senza k.o. del Napoli di Bigon nell’anno del secondo scudetto). Segna tanto (migliore attacco con 25 reti, in Europa solo il Psg ha fatto meglio con 27 reti, ma una partita in più: da quando c’è Sarri sulla panchina in totale i gol messi a segno sono 199) ma adesso difende meglio e nelle prime sette partite ha subito lo stesso numero di gol della Juventus, cinque. Ed è questo il vero dato sul quale questo Napoli è migliorato rispetto agli ultimi due anni: in Italia lo scudetto lo vince chi subisce meno reti e il passo avanti più importante lo ha fatto proprio su quest’aspetto. «La storia insegna che quando prendi meno gol arrivi al traguardo finale. Il Napoli è cresciuto soprattutto in questo, bastavano pochi accorgimenti. E poi adesso gli azzurri di Sarri hanno più tranquillità e una maggiore consapevolezza della loro forza, ora però l’ulteriore verifica è attesa negli scontri diretti. Anche noi vincemmo lo scudetto perché oltre a Diego e agli altri campioni eravamo equilibrati in tutti i settori», dice Bruscolotti, il difensore arcigno nel Napoli del primo scudetto.
Nervosismo Juve. La forza mentale del Napoli è la vera novità rispetto agli altri anni, l’altra novità è il segnale di debolezza della Juve abituata in genere a gestire in maniera diversa certe situazioni. Stavolta invece è emerso il nervosismo di Allegri non solo nelle sue dichiarazioni a Sky in merito all’uso del Var durante Atalanta-Juve ma anche nella sua risposta a una domanda di Sconcerti alla Domenica Sportiva. «Non penso che il Napoli ha qualcosa in più: è il Napoli un avversario della Juventus e non il contrario. Lotta per lo scudetto come negli anni scorsi e gioca molto bene al calcio da quando è arrivato Sarri che ha proseguito il lavoro di Benitez. Poi bisogna arrivare in fondo», ha detto l’allenatore della Juventus. Un ex juventino, Luca Vialli, ha sottolineato a Sky la forza della squadra di Sarri. «Il Napoli vincerà lo scudetto. Lo dico con certezza. Gioca benissimo, vince sempre, il gruppo è unito e d’estate non va in tournée ma lavora duramente».
Turnover e giostra del gol. Altri due i punti di forza del Napoli di Sarri di quest’anno rispetto ai due precedenti: adesso il tecnico toscano si affida di più al turnover e in gol ci arrivano non solo gli attaccanti ma un po’ tutti. Con l’esordio stagionale di Mario Rui sono finora 21 gli azzurri impiegati da Sarri e undici i marcatori diversi. Mertens è il bomber e si sta confermando ai livelli della passata stagione, ma tra i marcatori ora figurano anche difensori (vedi il gol di Koulibaly al Cagliari, il suo secondo in campionato) e i centrocampisti (manca solo Diawara all’appello). Adesso al gol gli azzurri arrivano ancora con maggiore facilità e rispetto al campionato scorso dopo sette giornate sono ben undici le reti segnate in più.La Redazione
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