Ci si diverte, in campo e fuori. Chiedere a Koulibaly e a Pavoletti che dopo il match ha pranzato a casa Mertens. Un match che, per la seconda volta in stagione, ha visto Koulibaly andare a segno e che si è lasciato andare ad una battuta: «Ho visto che Insigne era un po’ “corto” e non poteva raggiungere quel pallone calciato da Jorginho, così ho provato a fare gol io e ci sono riuscito: sono molto felice». L’atmosfera, i discorsi, c’è qualcosa di speciale: «Se questo è l’anno giusto per lo scudetto? Proviamo a fare in modo che lo sia – ha detto convinto Koulibaly – e per questo ragioniamo di partita in partita. Sette gare vogliono dire tanto o nulla, lo scopriremo a marzo-aprile. Ogni gara ha una sua storia, ma anche stavolta abbiamo fatto molto bene dall’inizio alla fine». Lo strapotere fisico di Koulibaly sta aiutando il Napoli a difendersi meglio e ieri Reina ha tenuto la porta inviolata: «Dopo il Feyenoord era psicologicamente molto importante per noi tenere il Cagliari all’asciutto ed evitare di commettere qualsiasi tipo di disattenzione» ha spiegato Kalidou. Del resto, la formazione di Rastelli non poteva neppure contare su un bomber del livello di Mertens che il bravo Koulibaly marca spesso, suo malgrado, in allenamento: «È un fuoriclasse, difficile da contenere: anche io ho tante difficoltà contro di lui perché inventa sempre nuove soluzioni come in occasione dell’assist per Hamsik. Dries è veramente un fuoriclasse». Anche Koulibaly, però, non è da meno.