Il Napoli a caccia del record della Roma
Un passo alla volta verso il Sogno. Per essere tra i migliori serve anche battere i migliori di tutti i tempi (La Roma ha il record) e per sfidarli c’è un solo modo: confrontarsi con il record, cercare la prestazione assoluta. Lì per lì tutti giurano che sono solo traguardi parziali, che lasciano il tempo che trovano, ma servono. E non solo per gonfiare il petto, orgogliosi. Il Napoli di Sarri ha iniziato la stagione come aveva chiuso la precedente, cioè con cinque vittorie consecutive. E questo mette in corsa gli azzurri per il doppio primato: quello di successi di fila a inizio campionato, che appartiene alla Roma ed è di dieci partite conquistate; e quello assoluto, che appartiene all’Inter ed è di 17.
Contro la Spal, e poi in casa con il Cagliari dopo aver nel frattempo sfidato il Feyenoord in Champions, il Napoli ha intanto due ghiottissime occasioni per arrivare a quota sette. E poi, dopo la sosta, arriveranno Roma e Inter, proprio loro, le rivali che detengono i due primati assoluti della Serie A a girone unico e che sono dirette avversarie nella corsa allo scudetto.
Il doppio record. Il primo, più vicino, è quello che quattro anni fa a Roma veniva scandito intonando la tabellina del tre come una filastrocca. Al debutto in Italia, Rudi Garcia si presentò vincendo in trasferta a Livorno, aggiudicandosi strada facendo anche il derby e la sfida con il Napoli spingendosi a punteggio pieno fino alla 10ª giornata. All’11ª il pari con il Torino fu il brusco risveglio che si tradusse nella solita fuga della Juve. Battendo nell’ordine Spal, Cagliari e Roma, il Napoli arriverebbe a 8. Per eguagliare Garcia, Sarri dovrebbe superare Inter (in casa) e Genoa; per stabilire il nuovo primato in avvio, servirà sconfiggere anche il Sassuolo e dire… trentatré.
Il primato assoluto di vittorie consecutive l’ha stabilito invece l’Inter di Mancini nel 2006-07: serie aperta alla 8ª con un 4-1 al Livorno e conclusa il 28 febbraio con Inter-Udinese 1-1. Quella striscia fu l’elemento portante dello scudetto nerazzurro. A conferma che i record un perché ce l’hanno, eccome.
Fonte: CdS