Sarri, Sacchi, una leggera prevalenza per il “napoletano”
Marco Mazzocchi, vicedirettore Raisport: «Il gioco dei paragoni è sempre molto intrigante, ma aspetterei ancora un po’ di tempo prima di accostare Sarri a Sacchi. Arrigo ha fatto la rivoluzione guidando una Ferrari, ricordando quanti fossero i suoi fuoriclasse, il secondo viaggia in Bmw, ma esalta tutti i giocatori a sua disposizione. Per questo, se Sarri vincerà la metà di Sacchi, avrà fatto meglio di Sacchi».
Sandro Piccinini, telecronista Mediaset: «Sacchi e Sarri sono due eccellenze del calcio italiano. Al primo va ascritta la primogenitura della filosofia con un solo princpio fondante: «La partita la facciamo noi». Il secondo ricava il meglio dall’organico a disposizione. Senza dimenticare un aspetto: Sacchi ha avuto un Berlusconi molto generoso che gli ha preso assi di valore unico».
Mario Sconcerti, editorialista del Corriere della Sera: «Fra Sacchi e Sarri c’è la stessa differenza che esiste fra il genio e il talento. Il genio, Sacchi, sa fare bene una cosa sola e l’insegna in modo quasi lagnoso e questa cosa sola l’ha consumato. Il talento, Sarri, sa fare tutto, ama più profondamente il calcio e si è applicato quasi con più amore. L’uno e l’altro verranno ricordati».
Raffele Auriemma, telecronista Mediaset Premium: «Il calcio di Sacchi è stato atleticamente aggressivo, per mantenere la difesa alta e il possesso costante di palla. Quel Milan ha avuto come interpreti grandi campioni, forse i più grandi dell’epoca. Il calcio di Sarri incanta grazie all’organizzazione tattica, pur non disponendo di Messi, Neymar o Mbappé. Così il Napoli incanta»
Antonio Corbo, editorialista de La Repubblica: «Sacchi e Sarri non sono comparabili. Al tempo di Arrigo non c’era la regola del fallo da ultimo uomo: Arrigo ha sfruttato al massimo la situazione grazie alla perizia di Baresi e Tassotti. Sarri, invece, tiene alto il pressing, ma deve registrare la difesa. Sacchi, con Galeone e Scoglio, ha inciso di più sul cambiamento di una A che era asfittica. Sarri è uomo di silenzi enigmatici e di intuizioni geniali».
Fonte: CdS