Turn-over, per così dire: a partita in corso, a risultato acquisito, per concedere la vetrina, per lasciarli rifiatare i titolarissimi ma anche per lanciare qualche giovanotto (Ounas al debutto e Rog che già lo ha fatto) o per affidarsi alla scorza dura di Emanuele Giaccherini, uno che ne ha vissute, eccome, e sa come si gestiscono certi momenti. «Per esempio quello dopo una sconfitta che, e non sembri un paradosso, ci ha fatto bene». Qui Napoli, arrivederci Charkiv, la notte dolorosa ch’è rimasta incrostata alla testa di una squadra incapace di restare insensibile e che al terzo s’è già preso il derby, poi consegnato nella ripresa (anche) ad Emanuele Giaccherini, uscito dal freezer e pronto anche a prendersi un rigore, poi offerto a Mertens: «Il mister ci ha trasmesso la cattiveria giusta ed è stato bravo, perché ci sono momenti di una stagione che rischiano di diventare pericolosi. Ci voleva determinazione, nell’approccio ma anche per i novanta minuti…». Fatto, già fatto, in una manciata di minuti, travolgendo il Benevento e lasciandosi alle spalle lo Shakhtar: ma gli esami non finiscono mai e il Napoli ne ha subito due all’orizzonte, mercoledì a Roma con la Lazio e poi sabato a Ferrara con la Spal. «Due partite che ci daranno altre risposte. Il campionato è lungo e noi, Juventus ed Inter sembriamo le favorite. Ma bisogna continuare su questa strada. Il ko in Champions, in una partita che in teoria non avremmo dovuto perdere, perché nessuno pensava potessimo uscire sconfitti, è servito proprio a questo: a fare emergere un’altra parte di noi, quella della ferocia agonistica. E nelle prossime due partite, vedrete, resteremo questi: vogliamo vincerle entrambe, perché in questo torneo è vietato distrarsi».
Fonte: CdS