Letizia: «Io, Benevento, Scampia, mio fratello Pocho, e quell’8-2 con il diluvio»

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Dal tifo per il Napoli davanti alla tv mercoledì sera, al giocarci contro domenica al San Paolo con il Benevento: per Gaetano Letizia, l’unico scugnizzo della formazione sannita, sono giorni speciali. Per la formazione giallorossa, invece, è ora di invertire la rotta dopo un avvio di stagione sfortunato.

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Letizia, in cosa deve crescere questo Benevento? «Se vogliamo salvarci dobbiamo mantenere sempre la concentrazione alta fino al 95’. In A non puoi permetterti disattenzioni, l’ho imparato a Carpi. Lì perdemmo quattro gare nei minuti finali e retrocedemmo per un punto. Questo Benevento sta giocando un ottimo calcio, però adesso sarà meglio iniziare a racimolare punti invece di complimenti».

Di fronte avrete il Napoli, come se lo aspetta dopo la prima sconfitta stagionale? «Ho visto la partita di Champions e secondo me il Napoli, specie nella ripresa, ha giocato il suo solito calcio, che lo rende una formazione molto difficile da affrontare. Speriamo accusino un po’ il contraccolpo psicologico del k.o. in Ucraina».

Lei può giocare sia a destra che a sinistra, meglio evitare Insigne o Callejon? «Meglio evitarli entrambi. Insigne palla al piede fa paura ma Callejon con quel taglio alle spalle dei terzini è un incubo. Il movimento che fa è sempre lo stesso eppure non lo prendi mai, mi sto allenando per provare a fermarlo».

Da napoletano verace, come sarà sfidare il Napoli? «È sempre speciale, per la seconda volta giocherò da avversario al San Paolo dove andavo in Curva anche quando la squadra era in C. Papà Alberto mi ha trasmesso la passione per il Napoli, mio fratello Antonio — che gioca a Catanzaro in C—lo chiamavano Pocho ai tempi della Puteolana. In famiglia siamo tutti tifosissimi ed infatti sto facendo una raccolta biglietti tra i compagni di squadra per soddisfare le richieste dei miei parenti».

La sua Napoli è Scampia, quartiere difficile o troppo demonizzato? «La mia Scampia è stata dura, non posso negarlo. Ho perso mamma che avevo un anno e mezzo e sono cresciuto con la sorella di papà. In quel quartiere stai tanto in strada, ma io in strada ho pure imparato tanto. È stato mio fratello a portarmi per la prima volta su un campo vero, a San Vitaliano in Promozione. Poi è arrivato il Pianura dei fratelli Cafasso, loro mi vollero come “under” in Serie Delì sono stato scoperto da Cristiano Giuntoli».

Si racconta che lei lo abbia stregato in una partita speciale, è vero? «Sì, e ancora lo prendo in giro: era la finale dei playofftra Pianura e Carpi. Si giocava a pochi passi dal San Paolo e noi del Pianura avevamo perso 5-0 all’andata. Venne giù un diluvio universale e vincemmo 8-2, quella giornata può raccontarla soltanto chi l’ha vissuta perché fu davvero incredibile. Giuntoli in realtà non mi disse nulla a fine gara, ma da allora mi fece seguire per due anni in C ad Aversa e poi mi portò a Carpi. Lo ringrazierò sempre. Magari però domenica gli faccio un altro scherzetto».

Finisce che poi la porta a Napoli, lo sa che Maggio ha il contratto in scadenza? «Sinceramente non lo sapevo e comunque a Benevento sto benissimo. Ho appena firmato un triennale in una società molto organizzata. Voglio salvarmi con tutte le mie forze perché sono convinto che abbiamo le potenzialità per farcela, poi ovviamente nel calcio tutto può accadere”.

Fonte: gasport

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