Un approccio sbagliato in riferimento all’importanza della partita: il Napoli ha cominciato in maniera troppo morbida contro gli ucraini dello Shakhtar che invece sono partiti fortissimi attaccando con ferocia su ogni pallone. Approccio simile a quelli contro Bologna e Atalanta e cioè evidenziato nelle ultime tre partite. Questa frenata è avvenuta dopo il ritorno del playoff contro il Nizza, vinto per 2-0 in Francia, e non è un caso. Il dispendio fisico e mentale è stato notevolissimo per affrontare al meglio i francesi e guadagnarsi l’accesso nella fase a gironi di Champions League e sotto tutti e due gli aspetti gli azzurri hanno pagato nelle successive tre partite.
Cominciare la stagione prestissimo (il ritiro è partito il 5 luglio in Trentino) per farsi trovare pronti già il 16 agosto è un fardello pesante da gestire per tutta la stagione. La doppia sfida con il Nizza ha bruciato molte energie e il Napoli è un tipo di squadra che per fare la differenza deve giocare ad alta velocità con tutti i suoi interpreti. Contro l’Atalanta e il Bologna il quadro è stato ribaltato dagli azzurri con due ottimi secondi tempi, in Ucraina invece non sono stati sufficienti gli ultimi venti minuti, quelli in cui Sarri ha inserito Mertens e si è affidato a un modulo a trazione super offensiva con il 4-2-3-1 e Callejon, Mertens e Insigne alle spalle della punta più avanzata Milik. Un approccio non adeguato per il tipo di impegno e per il livello dell’avversario: l’esordio in Champions richiedeva infatti una determinazione e un’applicazione ben diverse rispetto a quelle evidenziate dal Napoli a Charhiv.La Redazione
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