ESCLUSIVA – B. Savoldi: “Sarri? Se correggerà un aspetto del suo Napoli, potrà essere una squadra perfetta”
Il doppio ex di Bologna e Napoli intervistato da "ilnapolionline.com"
In attesa del campionato dove il Napoli scenderà in campo contro il Bologna al “Dall’Ara”, ci sono gli ultimi impegni dei nazionali azzurri e poi torneranno alla base agli ordini di mister Sarri. Dell’ultima gara dell’Italia contro la Spagna e del momento dei partenopei, sono gli argomenti trattati in un’intervista rilasciata a “ilnapolionline.com”, da parte del doppio ex Beppe Savoldi.
Sabato sera l’Italia di Ventura ha perso nettamente a Madrid contro la Spagna e Insigne è stato pesantemente criticato. Cosa ne pensa a riguardo? “Io credo che Insigne non abbia giocato ai suoi livelli, ma le critiche le ho ritenute eccessive, anche perché è tutta l’Italia non ha reso come avrebbe potuto. In Spagna si è perso non tanto per una questione di modulo, ma per una differenza di condizione fisica e tecnica tra le due squadre”.
Quindi non pensa che il 4-2-2 contro gli iberici di Lopetegui sia stato troppo audace? “Forse si poteva giocare più compatti tra i reparti per evitare una sconfitta così netta, però non credo che sia stata la causa principale. Ho visto un’Italia non compatta come suo solito, spesso hanno sofferto il pressing della Spagna e non sono riusciti a trovare le giuste contromosse per opporsi al meglio. In questo momento gli spagnoli sono più forti di noi, tutto qui”.
Il gioco di Sarri in questi primi due anni è stato apprezzato ed è ammirato in tutta Europa, ma al momento sono mancati i trofei. Secondo lei cosa manca per fare l’ultimo salto di qualità? “Nella tua domanda c’è anche la risposta, probabilmente il Napoli dovrebbe giocare a tratti meno bene per portare a casa anche i trofei. Serve la concretezza per arrivare alle vittorie, il bel gioco senza ombra di dubbio è positivo ma se non porta a nulla rischia di essere un’opera incompleta. Ad esempio con l’Atalanta, ho visto una squadra cinica ed è per questo è un successo che fa ben sperare per il futuro. Purtroppo il solito gol preso su palla inattiva fa riflettere e credo che si debba trovare una soluzione”.
Ecco lei diceva dei gol presi su palla inattiva, un neo della compagine di Sarri. Come rimedierebbe se fosse il tecnico del Napoli? “Io quando ero calciatore avevo un allenatore che quando c’era un problema tecnico durante la settimana cercava di trovare la soluzione e alla lunga riuscì a risolverli. Ecco credo che Sarri dovrebbe curare questo limite che in due anni ancora non ha risolto. Ogni tecnico cura la parte fisica o tecnica e tattica, ma non arriva all’ultimo stadio per essere completo. Se il mister dei partenopei riuscisse a risolvere anche questo problema allora il Napoli sarebbe una squadra praticamente perfetta”.
Lei è stato un grande attaccante, come si spiega la metamorfosi realizzativa di Dries Mertens da Gennaio fino ad oggi? “Io credo in una maniera molti semplice, il belga è sempre stato un grande calciatore con qualità importanti, ma non sempre giocava con continuità. Ora che è titolare inamovibile riesce ad esprimere tutto il suo potenziale, mentre prima faceva la staffetta con Insigne e i risultati non erano del tutto soddisfacenti”.
Domenica sera il Napoli sfiderà il Bologna che con Donadoni ha trovato la giusta solidità nelle prime due gare. Vedremo al “Dall’Ara” una squadra più arroccata in difesa oppure se la giocherà a viso aperto? “Il Bologna ha iniziato bene la stagione, il loro obiettivo è la salvezza e perciò cerca prima di non incassare il gol e poi colpire di rimessa. L’1-7 della passata stagione è dettato dal fatto che i felsinei, raggiunta la salvezza, non hanno giocato con l’equilibrio loro solito e il Napoli ne approfittò. Credo che abbiano in rosa elementi validi, ma che nonostante questo gli azzurri sono superiori e possono portare a casa l’intera posta in palio”.
Sarri a suo avviso, visto i tanti nazionali impegnati, farà tanto turnover oppure farà qualche cambio di formazione? “Io penso più la seconda ipotesi, difficilmente Sarri stravolgerà l’undici iniziale, al massimo due o tre cambi, puntando sulla formazione base e visti i risultati credo che sia anche la soluzione più giusta”.
Intervista a cura di Alessandro Sacco