Potrebbero essere anticipati a gennaio i tempi per vedere Roberto Inglese alle falde del Vesuvio, ma nessuno ha voglia di forzare. Inglese è uno che di solito arriva in punta di piedi. Al Chievo è stato così: una decina di partite centellinato al massimo, due stagioni fa, poi l’esplosione e una maglia da titolare sempre cucita addosso. L’attaccante nato in Puglia, abruzzese d’adozione sembra un auto-didatta: ha imparato a giocare da seconda punta senza scompensi. E adesso cercherà di studiare, anche a distanza, il modulo sarriano. Ha già messo a bilancio due gol e un assist, nelle prime tre partite ufficiali in stagione: Inglese non è uno che perde tempo. Soprattutto ora che ha un orizzonte dorato come quello di Napoli, c’è da attendersi un bomber con l’argento vivo addosso. A brillare di più, probabilmente è l’episodio-gol dello scorso luglio: quella sera in amichevole a Trento, è stato proprio lui a infilzare il Napoli durante una partita di fine-ritiro. Non è un caso, che sulle tracce di Inglese fino a ieri ci fosse mezza serie A. Dopo sette anni al Chievo – cinque dei quali trascorsi in prestito, Lumezzane e Carpi – è passato anche attraverso uno stage con l’Italia di Ventura. Un modo come un altro per dire che, senza pretese, il biglietto da visita per una grande squadra era già stato compilato.