È sempre una questione di testa. Dev’essere complicato convivere con la consapevolezza di appartenere alla famiglia dei «fuoriclasse». Piotr Zielinski ha già scansato il rischio: «Sto crescendo tanto. Lavoro con uno psicologo dello sport, con un mental coach che mi sta dando consigli importanti. E poi parlo tanto con la mia famiglia, la mia ragazza. Ho più fiducia nei miei mezzi», ha rivelato il centrocampista ai media locali, in ritiro con la Polonia che oggi sfiderà la Danimarca. Ha classe cristallina, è una delizia per gli occhi, ha due piedi che disegnano calcio e una timidezza che tampona gli eccessi. Ha diversi «pupilli»: «Ronaldinho era un mago – ha ammesso Zielinski – ma, più d’altri, il mio idolo è Zidane. È stato un calciatore virtuoso: aveva velocità, immaginazione e l’intelligenza di far ciò che voleva col pallone». Il gol è uno dei segreti: «Ma vorrei segnarne sempre di più – spiega -, soprattutto in Nazionale. E vorrei anche fare più assist. Tutto dipende sempre dalla fiducia e ora ne sto ricevendo tanta anche dal ct. Sono soddisfatto per le mie ultime prestazioni, ma vorrei poter ancora migliorare. Anzi, un giorno spero di poter diventare leader della mia nazionale, un po’ come Lewandowski. Ovviamente non subito, ma in futuro: è una questione di tempo». E di testa.