L’alternativa è avere alternative. Milik, Zielinski e Rog, tre proprietari dell’etichetta di «alternative», hanno consentito al Napoli di vincere le prime due di campionato. E il Napoli lo aveva previsto, ipotizzato e programmato. Oggi, ogni ruolo ha due interpreti ed è enormemente complesso distinguere il «titolare» dalla «riserva» perché non esiste un solco netto, semplicemente sfumature di talento, dettagli e particolari – ma anche esigenze tecniche – in cui il Napoli si riconosce. Questo sarà l’anno delle certezze, di chi s’è messo in fila – con umiltà e pazienza – ed ha atteso il proprio turno. Il presente spalancherà le porte a Rog, che sarà lo Zielinski di ieri, un’opzione nel ventaglio di possibilità a disposizione di Sarri, ma a centrocampo s’avvertirà sempre più anche la presenza di Diawara, il ventenne che sfida l’età (la propria) e s’impone ovunque, con forza fisica e tecnica alla quale concedere orizzonti di crescita. In attacco, Milik alternativa a Mertens è un lusso per pochi ed anche in difesa, alle spalle di Albiol e Koulibaly si potrà sempre contare su Chiriches e su Maksimovic. Tutti rischi già calcolati, espressioni di un progetto che ha richiesto tempo e al quale la società ha scelto d’affidarsi per sopravvivere al futuro e, subito, a questa stagione – che sarà lunga – in cui ci sarà spazio per tutti: avanti il prossimo?