Massimo Mauro alla Gazzetta: “Insigne e Dybala come Maradona e Platini? La suggestione è forte
M assimo Mauro ha giocato con tre geni, come da titolo del libro che ha scritto nel 2001. Ha tenuto a battesimo Zico nell’Udinese, ma poi ha vinto due scudetti con Platini e Maradona. Ora che sembra di essere tornati indietro di trent’anni, con la sfida a distanza tra Dybala e Insigne, Mauro esprime il suo punto di vista sui due uominisimbolo di Juventus e Napoli. Mauro, pensa che Dybala ed Insigne sarebbero stati protagonisti anche ai tempi di Platini e Maradona? «Non è il caso di fare paragoni, ma la suggestione è forte. Si tratta di due elementi di indiscutibile talento, capaci di far emozionare la gente. Le loro parabole ricordano quelle dei più illustri predecessori, hanno un modo di girare la caviglia quando calciano e di indirizzare il pallone cheètipico dei grandi».
Si aspettava che arrivassero così in fretta ad essere decisivi per le sorti di Juve e Napoli? «Hanno fatto percorsi diversi ma sono stati bravissimi entrambi nell’affermarsi in due realtà particolari. La Juve ha speso tanto per Dybala e ci ha visto lungo, luisi è adattato bene in un club di assoluto prestigio. Ha cambiato ruolo rispetto a Palermo e ampliato ilsuo raggio di azione. Insigne è addirittura profeta in patria: mai facile in assoluto, ancor più difficile a Napoli. Ha mostrato grande personalità riuscendo anche a lasciarsi alle spalle qualche periodo difficile e convincendo quella parte di pubblico che era scettica».
Cosa manca, se manca qualcosa, a entrambi per la definitiva consacrazione? «Mi sarebbe piaciuto se Dybala fosse stato decisivo nella finale Champions contro il Real, anche se va detto che neppure Platini e Maradona vincevano da soli e la squadra non lo ha particolarmente supportato. In quella gara, però, da lui mi sarei aspettato di più. Insigne, invece, come tutto il Napoli deve vincere qualcosa di importante: è bello veder giocare lui ed è piacevole ammirare la squadra di Sarri, ma adesso è arrivato il momento di collezionare titoli».
Quanto c’è di Allegri e Sarri nella crescita di questi due talenti? «Direi molto perché Allegri è stato bravo a trovare a Dybala una collocazione diversa in campo rispettoaquella che aveva ad inizio carriera e così lo ha responsabilizzato. L’argentino mi sembra perfetto per giocare dietro alla punta centrale. Sarri invece ha reso Insigne più concreto, ora ogni giocata è finalizzata da parte sua a incidere. Il numero direti di Insigne da quando è arrivato Sarri è aumentato in maniera esponenziale, non può essere un caso. Certo, Insigne è stato agevolato dallo spostamento di Mertens in posizione di centravanti e dalla fine dell’alternanza con il belga».
Chi è più «10», Dybala o Insigne? «Nessuno dei due è un “10”, almeno se pensiamo a come Platini e Maradona interpretavano il loro ruolo.Dybala è un nove e mezzo, un centravanti arretrato che dà il meglio però nei trenta metri finali. Insigne è un dieci e mezzo perché parte dall’ala sinistra per poi accentrarsi e arrivare in zona gol. Lo scorso anno ha provato a fare il trequartista puro, ma credo sia molto più funzionale in un 4- 3-3 perché sa rendersi molto utile anche in fase difensiva».
Insomma sono diversitra loro e diversi da come erano Platini e Maradona? «Sì, per me Platini e Maradona erano giocatori a tutto campo. Deiregisti nella loro metà campo, capaci di legare i reparti, e degli attaccanti aggiunti nei pressi dell’area avversaria perché potevano puntare la porta o servire assist per i compagni. Dybala e Insigne hanno queste doti in fase offensiva però difficilmente vengono a prendere palla dai difensori per portarla loro sulla trequarti».
Come Platini e Maradona, però, entrambi sono specialisti sui calci da fermo. Mauro a chi affiderebbe una punizione decisiva al novantesimo,a Dybala o a Insigne? «A nessuno dei due, piuttosto a uno tra Pjanic e Mertens. Secondo me i veri specialisti dei piazzati sono loro».
Fonte: gasport