Il poker di novità di Sarri per entrare in Champions

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E’ il turn-over, nella sua accezione più pronunciata, un adeguamento ai tempi – a quest’estate calda, all’affaticamento per le tre partite in sei giorni – e però anche un metodo per tenerne sempre di più sulle spine, suggerendo anche altri di non staccare la spina: si cambia, ancora, come a Verona, e stavolta chi è entrato al «Bentegodi» dal primissimo minuto potrebbe invece accomodarsi in panchina al fischio d’inizio, consentendo a quel quartetto che ha riposato sabato sera di tirar fuori il meglio di sé.
Quel signore della difesa, Raul Albiol, resta il leader tecnico ed è scontato, praticamente inevitabile, ritrovarselo dinnanzi a Reina, nel bel mezzo d’un settore che ha bisogno di lui: gli altri tre si conoscono, anche perché il prossimo avvicendamento, con l’Atalanta verrà deciso dal giudice sportivo, che sistemerà Hysaj in tribuna e Maggio direttamente in campo.  In teoria, leggendo nei pensieri di Sarri, ci sarebbe Allan da sguinzagliare sulla mediana, per far rifiatare Zielinski; però poi, ripensando a Verona, e a quel Diawara mostruosamente bravo, almeno il legittimo dubbio pure in regia è un’opzione, nonostante Jorginho vada considerato in vantaggio. L’attacco è suggerito dai precedenti, dalle abitudini dei tre «diavoletti», dalla loro consistenza (anche atletica), quella che fa di Callejon e di Insigne, instancabili «profeti» delle corsie: perché a volte, viene da sospettarlo, quei due non giocano al calcio ma predicono il calcio, intuendone (ispirandone) la sua evoluzione.

Factory della Comunicazione

Fonte: CdS

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