Baroni vuole un Benevento aggressivo
Marco Baroni tra mercato, moduli e previsioni per il prossimo campionato. Il tecnico, in perfetta forma, dopo l’intervento all’anca di appena due mesi fa («ho bruciato le tappe: dopo due mesi chi ha avuto il mio stesso intervento cammina ancora con le stampelle?»), prova a fare il punto della situazione a 14 giorni dall’inizio del campionato. Il suo Benevento è ancora da rifinire, servono almeno tre tasselli perché possa presentarsi ai nastri del massimo campionato con le carte in regola per giocarsi le sue chance di permanenza. Il tecnico fiorentino però non si fa prendere dall’ansia di dover a tutti i costi chiudere le operazioni che si hanno in mente: «Il mercato – dice – ha delle evoluzioni impensate. Magari tra qualche giorno puoi prendere giocatori a cui venti giorni fa non potevi neanche avvicinarti. Siamo attenti ad ogni situazione, il nostro obiettivo è quello di migliorarci, lo faremo sicuramente».
Gli obiettivi. Non sono un mistero, su uno di questi s’è già parlato molto, forse troppo. «Ho incontrato Kishna, ma non è vero, come ha detto qualcuno, che ci sia stata una chiusura da parte mia sulla tattica. Tutt’altro. Poi il ragazzo potrà scegliere un’altra destinazione, ma non sarà certo per quella ragione». E allora è d’obbligo guardare avanti: «Abbiamo preso finora, oltre a Cataldi e D’Alessandro, i più bravi della B. Ora cerchiamo qualcosa che ci dia maggiore solidità nel campionato di serie A». Il disegno tattico è tracciato, Baroni è convinto che in A non si possa prescindere dalle due punte. Spiega perché. «Credo che in questo momento solo con le due punte riusciamo ad essere pericolosi. Non possiamo assolutamente pensare ad una squadra che si difenda e basta, abbiamo bisogno di produrre calcio». Ciò non vuol dire che non ci possano essere delle alternative. Per esempio un centrocampo a tre: «Può essere una soluzione, anche se dal punto di vista tattico bisogna seguire una strada e crederci fino in fondo. E’ ovvio che lavoreremo a qualcosa di alternativo al 4-4-2. L’anno scorso in serie A solo tre squadre sono arrivate alla fine senza mai cambiare modulo, il Napoli, la Sampdoria e il Crotone. Insomma, noi vogliamo avere un’idea nostra, ma anche tanta elasticità».
rispetto. Sembra avere già molte certezze il tecnico giallorosso, lui sogna una squadra che sappia ripercorrere il solco di quella che l’ha appena preceduta: «Una squadra che sappia emozionare». Un obiettivo ambizioso, ma fondato su basi solide: «Quando si fanno dei salti di categoria addirittura doppi, bisogna prepararsi a qualche partenza dolorosa, ma noi dobbiamo anche avere la convinzione che stiamo seguendo la strada giusta. Vorrei presentare in campo una squadra che meriti rispetto, che faccia un calcio aggressivo, di idee, non un calcio difensivo, ma che sappia mettere in difficoltà le squadre avversarie. Credo che sia questa la strada da seguire per ritagliarci un ruolo nel prossimo campionato di serie A».Corrriere dello Sport