Approfondimento – L’analisi del banale
Il Napoli può lottare per lo scudetto, ma non pretendere di vincerlo. Questa affermazione, che personalmente condivido, è stata recentemente pronunciata da Arrigo Sacchi che, non sapendo cosa dire di originale, ha dato libero sfogo al festival della banalità. Eh già, perchè nessun tifoso, persino il più inguaribile degli ottimisti, potrebbe mai pretendere di vincere un trofeo che solo con Maradona ci siamo potuti permettere. A volerla dire tutta, nemmeno la Juventus può pretendere di vincere lo scudetto, così come nessun’altra squadra…figuriamoci il Napoli! Personalmente, ritengo che il Napoli non parta nemmeno con i favori del pronostico che spettano di diritto alla squadra che ha vinto gli ultimi sei campionati…e non potrebbe essere altrimenti! E’ normale che il Napoli, squadra rodata che ha cambiato poco o nulla, sia tra le compagini che potranno verosimilmente ambire a dare del filo da torcere alla Juventus, sperando di riuscire a spodestarla dopo oltre un lustro. Ecco, quindi, spiegato il motivo per cui l’affermazione pronunciata da Sacchi sia da considerarsi banale, ovvia, scontata. Nessun tentativo di offendere l’ex allenatore della Nazionale, bensì solo prendere atto che quella pronunciata è una frase che nulla leva e nulla mette in merito alla prossima griglia di partenza. Che il tecnico di Fusignano sia un grande estimatore di Maurizio Sarri non è una novità ed infatti non ha mancato di aggiungere che il tecnico di Figline è straordinario. Peccato però che un fine conoscitore di calcio come lui si sia smarrito nel classico errore che commettono in molti: fare la griglia di partenza sulla base dei soldi spesi in estate. Che le milanesi abbiano fatto un ottimo mercato è fuori di dubbio solo che mi domando: quali sono i calciatori approdati a Milano che costano 40 milioni, ad eccezione di Bonucci? Ed anche Juve e Roma chi hanno acquistato che valesse tanti soldi? Ma, a parte tutto ciò, i criticoni per partito preso hanno capito che mentre a Milano dovevano rifondare, Juve e Roma dovevano fare i conti con una miriade di problemi interni, il Napoli doveva solo fare pochi mirati ritocchi? Sempre costoro, hanno capito che tipo di squadra è diventata quella di Sarri? Che poi Ounas sia un giovane talento tutto ancora da verificare è fuori di dubbio. Tuttavia, le premesse ci sono tutte per far sì che il fantasista franco-algerino si affermi su livelli da fuoriclasse. Proprio a tale proposito, ci spieghi Sacchi quali caratteristiche bisogna avere per poter entrare a fare parte della ristretta cerchia dei top player, come si usa chiamare oggi i dotati del pallone. Solo sapendolo, riusciremo a capire perché Insigne, Mertens e Callejon sono solo buoni giocatori ma non dei top player. Ma poi, non era proprio l’ex allenatore del Milan ad affermare che una squadra diventa vincente solo se si comporta da squadra? Ma la chicca di tutta la teoria sacchiana è che a Napoli non ci sono calciatori con un pedigree di successi internazionali vistosi. Non volendo infierire, devo ricordare a Sacchi (…e tutti quelli che la pensano come lui…) che in Italia nessuna squadra ha calciatori di questo tipo, nemmeno la Juve che il successo internazionale lo ha potuto solo accarezzare, salvo naufragare nel secondo tempo di Cardiff. Non poteva, infine, mancare l’amarcord del tecnico romagnolo, ricordando che ai suoi tempi, con 8 giocatori nuovi, vinsero lo scudetto...se il riferimento va al Milan di Montella si starà a vedere chi avrà avuto ragione.
A cura diRiccardo Muni
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