L a reazione è dura, intransigente, risentita: «Basta parlare di Chiesa, Federico non si tocca...». I Della Valle hanno dettato la linea: il gioiellino viola deve assolutamente restare fuori dall’imponente rivoluzione che sta attraversando l’intera squadra viola. Sono partiti Borja Valero, Gonzalo Rodriguez, Ilicic, Tatarusanu, Bernardeschi? Ok, ma Chiesa mai. Potrebbero andarsene a ore Vecino e Kalinic? Di nuovo ok, sono sette titolari della squadra di un anno fa, vero, e per altro se ne è andato pure Milic, titolare a metà, lasciando soli proprio Chiesa, Astori e Badelj (occhio, per lui le certezze sono minori). Ma Corvino e la sua proprietà non considerano Chiesa un pilastro del passato, bensì un pilastro del futuro viola. Intoccabile, cedere lui sarebbe come ammettere una sorta di… saldi estivi.
IL COMUNICATO.
Non ci manca che vendere Federico, dicono dall’ambiente societario, lui è il punto di riferimento sul quale ricostruire. Lui, come Saponara, come Sportiello e la gran parte dei nuovi acquisti di Corvino saranno la Fiorentina che sta nascendo. D’altra parte, ci hanno ripetuto pure ieri dopo la pioggia di voci sul possibile nuovo assalto del Napoli per il ragazzo viola, basta guardare il nostro comunicato di pochi giorni fa e che rinnoviamo senza il minimo dubbio: «In particolare per Chiesa – è la posizione ribadita dai piani alti della società viola – valgono le parole dichiarate più volte in precedenza, ovvero che puntiamo su di lui, è un grande talento di prospettiva e soprattutto e indiscutibilmente è un giocatore della Fiorentina». Dunque nessuna trattativa sarà innestata, nessun spazio a operazioni che riguardino Chiesa, neppure all’interno di un’eventuale trattativa finale per Zapata. Chiesa deve star fuori da qualsiasi operazione in uscita. Quello che non è stato per molti dei leader della squadra passata, lo è per il ragazzo nato nel settore giovanile della Settignanese e preso da Corvino quando era ancora un bambino
NESSUN SCONTO. Se per Chiesa la risposta della Fiorentina è dura e intransigente, lo stesso dobbiamo registrarlo in merito alla vicenda Kalinic. Milan? Inter? In Francia? In Inghilterra? In Germania? Da qualsiasi parte si voglia guardare la risposta dei viola è sempre la stessa: «Per Kalinic non ci saranno sconti, non ne abbiamo fatti per gli altri nostri giocatori che se ne sono andati e non ne faremo per lui…». Vuol dire 30 milioni di euro? Sì, più o meno la cifra pare si sia assestata intorno ai 28-30 milioni di euro. D’altra parte, ci viene fatto presente, Kalinic aveva rifiutato di trasferirsi in Cina quando per lui c’era chi era pronto a spendere fino a 44 milioni di euro. Oggi perchè la Fiorentina dovrebbe favorire il suo addio perdendo una pioggia di euro? Insomma che ognuno faccia i propri conti ma non dimentichi di quello che poteva essere e non è stato. E non solo, la Fiorentina per sostituire Kalinic dovrà affrontare un’operazione di mercato affatto indolore. La prima scelta fino a pochi giorni fa era Simeone, la richiesta economica del Genoa ha fatto indietreggiare Corvino. Più facilmente raggiungibile Zapata? Mica tanto, anche il Napoli spara alto per la sua punta. Insomma, la strada è lunga, per tutti.