In una cosa Marek Hamsik è già riuscito. Il Capitano: “I miei 30 anni li vorrei festeggiare così…”

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Dalle pagine de Il Mattino le parole del Capitano

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«Sì, io quest’anno come regalo per il mio compleanno voglio lo scudetto con il Napoli». Marek Hamsik è una figurina che ogni padre metterebbe in mano al proprio figlio come un santino, a prescindere dal campanile del tifo: gioca come lui, comportati come lui. Il capitano azzurro è da anni una stella polare indicata ai giovani che si incamminano nel calcio: se non fosse per quella cresta che l’amico Intemerato, barbiere di Quarto, è lì a limargli anche una volta a settimana, sarebbe la perfezione fatta in persona.
Sogna lo scudetto, ma in una cosa Marek Hamsik è già riuscito. Dopo otto anni consecutivi in cui ha costretto papà e mamma ad andare a Castel Volturno per spegnere le candeline sulla torta, è riuscito lui ad andare da loro, nel giorno del suo 30esimo compleanno. Con sé, nella piccola Banská Bystrica, tutti i suoi amici dell’associazione I Love Pineta Mare che ieri hanno pensato bene di tappezzare la baia cara alla famiglia Coppola con un 6×3 di auguri «buon compleanno Marek» anche come risposta a un altro striscione esposto in città dopo lo scudetto conquistato dalla Juventus. Scaramucce di periferia, quella in cui Marek ha deciso di vivere la sua vita. Niente villa in città, la sua esistenza si svolge tutta in quel fazzoletto di terra che dal campo di allenamento arriva fino a Pineta Mare. Un piccolo mondo fatto di amici, sentimenti, luoghi magici. Recupera campetti, aiuta il parroco, dà una mano a chiunque gliela chiede. Non dice mai di no per un autografo o una foto. Lui diventa rosso per un complimento: è a un passo dai 115 gol di Maradona, ma quasi si intimidisce all’idea del paragone con il Pibe de oro. A Dimaro non si è mai sottratto a nessuno, nonostante la stanchezza per l’interminabile ritiro e la lontananza dai figli. Ieri la grande festa in Slovacchia. Il Napoli ha concesso due giorni di libertà e lui è volato nella sua cittadina. Portandos con sé il suo gruppetto di amici napoletani. In una intervista a una tv del posto si è lasciato un po’ andare. «Sentirmi vecchio a 30 anni? Niente affatto, anche perché mi sento come se avessi vent’anni. Credo di poter essere a grandi livelli ancora per un paio d’anni, giocando come l’anno scorso, con grandi numeri. Anche se mi rendo conto che la carriera sta per finire, ma lo dice l’età non certo la mia voglia». Già. Due sole maglie in Italia: il Brescia e poi il Napoli. «Inseguo il sogno di vincere il campionato con il Napoli, ho delle buone sensazioni, tutto mi dice che questo può essere l’anno buono». Lì in Slovacchia non sanno che la parola scudetto è tornata a essere tabù dopo il dietrofront di Sarri. «Il mio vero sogno è lo scudetto, questo è forse l’anno buono per lottare davvero per il titolo». Capitano del Napoli, certo, ma anche della Slovacchia che ancora in corsa per un posto in Russia nel 2018. «Non so ancora cosa farò quando finirà il contratto con il Napoli. Forse resterò lì con un altro ruolo o magari tornerò a chiudere la carriera in Slovacchia». Una cosa, però, ha già deciso. Ed è indicativa. «Non so quando smetterò, ma l’età massima è di 35-36 anni». Da oggi sarà di nuovo nella sua Castel Volturno: alle 17,30 in campo per la ripresa degli allenamenti.

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