Sarri ai tifosi: “Senza Benitez alcuni giocatori non sarebbero venuti, nel Napoli ho già i miei Bonucci”

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Sarri applauditissimo e accompagnato dal coro Maurizio-Maurizio. Sempre più nel cuore dei napoletani: trionfale l’accoglienza al centro congressi di Folgarida all’incontro con i tifosi. Si parte dalle sue scelte della scorsa stagione. «Le scelte di un allenatore sono talmente tante ed è chiaro che qualcuna non si rivela giusta: fa parte del nostro lavoro. Io ne ho sbagliata qualcuna, come tutti ma non ho grossi rimpianti. Abbiamo fatto fatica dopo l’infortunio di Milik a ritrovare certi equilibri per la nostra pericolosità. È stata una brutta botta: avevamo la necessità di provare una via nuova e Mertens in quel ruolo ci ha risolto tanti problemi». Poi l’argomento compromessi fatti con De Laurentiis. «Sinceramente il presidente è molto liberale, nel senso che non mi ha mai vietato di andare in tuta e non s’impone su niente. Poi ha le sue idee e in certi momenti le esprime in un certo modo, che lo portano a svalvolare ma poi se lo senti al telefono il giorno dopo è tornato più calma di prima. Il compromesso è saperlo contenere quando va per la sua strada ma sono momenti brevi».
Sul paragone con Ferguson. «Un allenatore manager a me non interessa. Penso solo al campo, tutto il resto mi sembra togliere tempo al mio lavoro e a i miei giocatori. A Napoli mi trovo moto bene, abbiamo un grande direttore sportivo con il quale vado d’accordo e mi fido nella maniera più totale, può prendere qualsiasi giocatore che non conosco. Qualunque sia la durata la gioia a la soddisfazione di aver allenato questa squadra e in questa città non me la potrà togliere nessuno. Non mi occupo di mercato, parlo con il ds su dove possiamo migliorare. Il mio compito è migliorare i giocatori che mi mettono a disposizione. Se fosse compito mio prendere calciatori che costano 100 milioni sarebbe troppo facile fare l’allenatore, il mio compito è un altro».
Il paragone tra allenatore e bancario. «In banca ho fatto contrattazioni interbancarie principalmente in cambi e non era tanto più facile di fare l’allenatore». Chi butterebbe giù dalla torre: Rizzoli, Higuain, De Laurentiis. «Dico Rizzoli perché è quello dei tre a cui voglio meno bene».
Ora c’è anche Milik e non solo Mertens, problemi di abbondanza? «Le difficoltà ci sono nella carenza. Spero di fare più di 50 partite e non vedo un problema. Non credo sia giusto cambiare il modulo, sarebbe stupido visto che siamo stati la squadra più prolifica. Semmai possiamo migliorare con qualche gol subito in meno». Il suo parere sulla Var. «Mi sembra che sia un qualcosa ancora da valutare e i primi tentativi non sono stati di alto livello. Alla base, gli arbitri che vanno alla Var devono essere dichiarati: voglio sapere il nome dell’arbitro che mi assegna un rigore contro con la Var».
Il neoacquisto Ounas. «La sensazione è che possa fare l’esterno su tutte e due le fasce con una leggera preferenza da parte sua quando parte da destra essendo un buon sinistro». I punti persi con le piccole. «È un qualcosa che succede anche alle altre, non puoi pensare di vincere sempre contro 14 squadre. Quello che mi interessa è la continuità, l’abbiamo persa solo venti giorni quando abbiamo perso a Bergamo, con la Roma e con il Besiktas. Mi è piaciuto molto la squadra alla fine quando non solo voleva divertirsi ma anche vincere». L’acquisto di un difensore alla Bonucci. «Sta facendo fatica il Chelsea a prendere uno come lui, non rientra tra i nostro obiettivi economici. Io ho la presunzione di pensare che Tonelli e Maksimovic in salute possono dare tanto». Il paragone con Vinicio. «Mi inorgoglisce moltissimo». Sul rinnovo di Ghoulam. «Spero che la situazione vada a posto: è un giocatore importante e dopo aver sofferto dopo la coppa d’Africa si è ripreso alla grande». Le sue novità introdotte dopo Benitez. «Senza Benitez alcuni gocatori non sarebbero venuti a Napoli, la squadra aveva già la mentalità a giocare in un certo modo: non abbiamo distrutto niente ma cercato di velocizzare il tutto e avere qualche accortezza difensiva in più».
Le insidie del preliminare e lo scudetto. «Per le squadre italiane è storicamente difficile perché cè il rischio di trovare una squadra più avanti nella preparazione. Spero che questa squadra vinca qualcosa: se siamo rimasti tutti quanti vuol dire che tutti abbiamo questo sogno. Se ci riusciamo bene, altrimenti saremmo contenti lo stesso».

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Fonte: Il Mattino

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