La stretta connessione continuerà ad esserci per tutto il tempo o, almeno, per buona parte di esso. Poiché s’è ben capito ormai che c’è un filo spesso e diretto fra le entrate e le uscite nelle trattative azzurre. La lista dei sacrificabili è già da tempo ben nota agli operatori di questo mercato che or ora sta cominciando a decollare, e fra questi potrebbe figurare anche Leonardo Pavoletti. Uno che (per ora) a Napoli c’è stato solo per meno di sei mesi, un tempo davvero esiguo che ha per giunta prodotto un impiego in campo altrettanto limitato. Ecco perché al livornese con contratto sino al 2021 (ed esborso rilevante di 18 milioni a favore del Genoa) i panni azzurri potrebbero già cominciare a stare un po’ stretti. Anche se, ad onor del vero, quel corazziere che già dai tempi di Lanciano, Sassuolo e Varese segnava gol a grappoli, vorrebbe prolungare la sua avventura napoletana. Giusto così: per dimostrare che non fu per niente un acquisto avventato e che potrebbe esserci quel ritorno in termini di rendimento che tutti s’aspettavano. Dieci presenze a spicchi, meno di trecento minuti e zero gol per lui: davvero poco. Di “però” ce ne sono diversi e vanno considerati. Anzitutto l’ultimo arrivato alla corte di Sarri era reduce da un infortunio non da poco conto, poi era stato ingaggiato per sopperire all’assenza d’un infortunato di peso come Milik, trovando successivamente sulla sua strada Mertens. Fatto sta che di recente Salvatore Di Somma (ds Benevento) ha telefonato a Giuntoli, formulando la domanda senza mezzi termini: «mi dareste Pavoletti?». Difficile che si possa approdare a qualcosa, ma ciò dà la misura di quanto possa essere gradito un profilo del genere anche in ambito neopromosse (tipo Spal). Ma la cosa non si ferma qui, poiché c’è da registrare l’interessamento mai scemato d’una Fiorentina che potrebbe dire addio a Kalinic. Sta di fatto che il Napoli non vorrebbe rimetterci e dirottare possibilmente il ricavato su di un nuovo acquisto.
Fonte: CdS