Ounas nel tridente può stare sia a destra che sinistra

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Raccontano le statistiche, a loro modo indicative, che gli spazi del Bordeaux sono diventati suoi molto presto, perché nelle ultime due stagioni ha messo assieme sessanta presenze equamente divise, con un minutaggi sempre rilevante e magari qualche perplessità legata alla sua capacità realizzativa: quattro reti nell’ultima stagione (tre in campionato, una in coppa di Lega), sei nella precedente annata, quella dell’esplosione (sotto gli occhi di Giuntoli, poi degli osservatori dal diesse spediti in Francia) nella quale s’è intravista una vaga rassomiglianza con un «magnifico» esemplare.

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SCUGNIZZO. Quando stringe, e poi s’allarga, e poi converge su stesso, per cogliere in controtempo il difensore, sembra un Insigne in sedicesimi: ha la tendenza naturale ad andare all’uomo contro uomo, dunque a cercare di creare la superiorità, e però ancora gli manca un pizzico di brillantezza nella fase di rifinitura, quella che consente di fare il salto di qualità, di lustrare il proprio bagaglio per lasciarlo brillare di suo.

DOUBLE FACE. Ha qualità che lo inseriscono (tatticamente) in un organico stile Napoli, nel quale c’è la volontà precisa di arricchirsi di calciatori poliedrici, capaci di fare varie cose e di interpretare, nel caso serva, diversi spartiti: Ounas nel tridente può essere collocato sia da una parte che dall’altra e, quando occorre, ed è successo, ha la possibilità di garantire lo sviluppo di un 4-2-3-1. Gli piace il contropiede, lo asseconda attraverso quella corsa secca e rapida, brillante ed irritante (ma per i difensori) ed il resto è consegnato a Sarri, anche la carta d’identità: ha venti anni ancora, sa di bambino. Li chiamo enfant-prodige, altrimenti non piacerebbero a Mourinho.

Fonte: CdS

 

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