Il Mattino – Russel Grandinetti (vice pres. Amanzon): “Sono un grande sostenitore del sarrismo. Ecco com’è nata la mia passione per il Napoli”

Russel Grandinetti intervistato da "il Mattino"

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C’è un cuore azzurro che pulsa in Amazon, il colosso mondiale di commercio elettronico. È quello di Russell Grandinetti, intervistato da “il Mattino”, italo-americano ma innanzitutto «tifoso del Napoli». Vice presidente («Senior vp internazionale», gestisce il consumer business in Europa e Italia) della multinazionale creata da Jeff Bezos che fattura oltre 100 miliardi di dollari l’anno, Grandinetti lavora in Amazon da 19 anni. Nonno calabrese, nonna napoletana, Grandinetti è nato a New York 46 anni fa, è membro del Napoli Club Seattle e non è solo un tifoso. È un partenopeo adottivo. «Ci sentiamo napoletani, a Natale abbiamo fatto festa con la smorfia e con un po’ di cibo tradizionale». E ha trasmesso il suo tifo per l’azzurro anche al figlio Zade Alberto.

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Come è nata la passione per il Napoli? «Sono cresciuto a New York, sede di tanti italo-americani, e giocavo a calcio da ragazzo e vedevo la serie A in tv. Maradona arrivò a Napoli e, quando lo vidi giocare per la prima volta, come dice la canzone, mi batté il corazon e mi innamorai. Quando il Napoli ha vinto lo scudetto ci siamo sentiti tutti molto orgogliosi: l’intera comunità sapeva benissimo cosa significasse per una squadra del Sud vincere lo scudetto e battere il Nord».

Qual è stata la prima partita del Napoli che ha visto?  «In tv tante, dal vivo nell’ottobre 2015, Napoli-Fiorentina 2-1. Sentire il boato del San Paolo è stato un sogno che si è avverato. Ora il mio lavoro mi porta più spesso in Europa: quest’anno ho visto tre gare in una settimana».

È nel Napoli Club di Seattle che la passione si alimenta. «Siamo circa 20, il gruppo è per lo più composto da emigranti napoletani e alcuni amici americani. Tre di noi lavorano ad Amazon, mentre altri vengono da Boeing e Microsoft. Il Club Seattle l’hanno fondato i nostri presidente e vice, Paolo Napoli e Rosario Vingiani».

Una comunità yankee che fa i salti mortali per vedere le partite. «Il problema a Seattle è il fuso orario: la maggior parte delle partite è alle 6 o alle 9 della mattina. Per le gare importanti ci incontriamo in casa di un socio. Siamo in due o tre ma è meglio: cchiù poc simm, cchiù bell parimm (letterale, ndr). Il caffè c’è sempre, purtroppo a Seattle mancano delle buone sfogliatelle. Altre volte vedo le partite a casa con mio figlio ed esultiamo in un modo tutto nostro, in silenzio, per non svegliare mia moglie. Infine per vedere le gare di Champions, nei giorni lavorativi, mi sono spesso nascosto in una sala conferenze in Amazon con il mio amico Gianmarco. Siamo stati attenti a non urlare troppo».

Dall’altra parte del mondo che si dice del Napoli di Sarri, bellissimo ma non ancora vincente?
«È un gruppo straordinariamente talentuoso, una gioia da guardare, una fortuna per me sostenere una squadra che gioca un calcio così spettacolare. Bello ma non vincente? È un falso dibattito. Il divario è nella fase difensiva, dove dovremmo eliminare gli errori individuali che portano ad incassare gol stupidi: migliorando questo aspetto, si può fare spettacolo e vincere allo stesso tempo»

Il tema di questi tempi è la maglia numero 10: Russell la darebbe a Insigne? «Non è il caso di rispondere a domande, diciamo così, religiose. Maradona è il più grande di sempre e rivedo regolarmente i suoi gol che mi fanno sentire come un bimbo. Lorenzo è un talento incredibile, non importa quale numero indossa. E mentre altri hanno portato il 10 dopo di lui, Diego sarà sempre incomparabile ed unico».

Il vicepresidente di Amazon che mercato attende dalla società? «Ho grande fiducia in De Laurentiis, Giuntoli e Sarri e sono contento che ci siano meno acquisti da fare quest’estate rispetto al passato. Dovrebbero rafforzare la difesa, investire nel vivaio e prepararsi per arrivare nel ritiro di Dimaro con la cazzimma necessaria per qualificarsi in Champions».

Che opinione ha del manager De Laurentiis e di Sarri?
«Sono grato al presidente per aver portato la squadra dal Cittadella in serie C al Bernabeu in Champions. Personalmente, sono un grande sostenitore del sarrismo, questo uomo ha visione e idee. Visto quello che sta succedendo a Milano con Donnarumma, capisco quanto sia stato incredibile che la nostra bandiera Hamsik abbia detto no a Raiola e sia rimasto a Napoli»

Qual è il rapporto tra Amazon e il calcio?
«Stiamo sviluppando il nostro business di film e tv in tutto il mondo e iniziamo ad acquisire diritti per lo sport, come abbiamo fatto per alcune partite di Nfl negli Stati Uniti. Nel calcio abbiamo recentemente acquisito diritti di streaming audio per la Bundesliga. Chissà cosa ci porterà il futuro».

La Redazione

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