L’identikit è tracciato da un pezzo e non s’allontana dalle abitudini di un calcio che nella sua geometria si nutre (anche) di sovrapposizioni, ampiezza, aperture panoramiche, meccanismi consolidati alla base di una filosofia d’idee in cui gli esterni offensivi segnano come attaccanti e difendono come terzini, degni rappresentanti dei tempi che corrono, atleti orfani di etichette ed anzi garanti di uno sport che richiede sacrificio, rincorsa e fiato, non solo estro e qualità.
PROFILO
È in quest’universo di esigenze che s’insinua il talento di Adam Ounas, la scheggia del Bordeaux (classe ’96) che fa gola a tante squadra ma al Napoli più d’altre, l’esterno offensivo – che può agire ovunque – che vive di dribbling e serpentine, di accelerazioni e frenate, che punta l’avversario e poi lo supera, oppure frena, e comunque sempre palla al piede, accarezzando la sfera con classe e fantasia, prediligendo l’assist al compagno ma anche la conclusione personale (quest’anno quattro reti in stagione), caricando il sinistro (che è il suo piede naturale) da qualsiasi posizione con la porta nel mirino e lo sguardo dei tifosi a due passi dal proprio potenziale.
ALTERNATIVA
Il Napoli lo ha individuato – e farà di tutto per acquistarlo – perché convinto dalle sue caratteristiche che non sono distanti dalle proprie esigenze. Nelle idee di calcio di Sarri Ounas è il perfetto alter ego degli esterni offensivi: potrà agire sia a destra che a sinistra, accentrarsi col mancino o guadagnare il fondo, creare superiorità numerica e comunque mai, e non per demeriti propri, ricordare Callejon, l’ala che vive alle spalle del terzino avversario e poi lo disorienta con l’arcobaleno classico, di furbizia e tattica, col quale s’avvia indisturbato in area avversaria. È Mertens (oppure Insigne) il calciatore al quale poter paragonarlo per l’agilità palla al piede e l’abitudine a puntare l’avversario, a risultare concreto ma anche imprevedibile.
PROSPETTIVA
L’età è l’altro motivo per il quale il Napoli è convinto di puntare su di lui, lo splendido alleato che potrà – eventualmente – permettere al ragazzo di maturare in azzurro e a Sarri di «divertirsi» a giocare coi suoi pregi e difetti, qualità e limiti, orizzonti di crescita inesplorati. E poi classe 1996 è persino un vanto, perché essere considerati Under è una fortuna ed il Napoli – che il prossimo anno dovrà inserire in lista il ’95 Rog – orienterà il proprio mercato (che è già cominciato da un pezzo) anche basandosi sulla carta d’identità dei profili monitorati, non sulle semplici peculiarità.
Fonte: CdS