Arek Milik è come un vulcano spento: «E’ stata dura restare a guardare, devo rigraziare lo staff medico»

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Arek Milik è come un vulcano spento: in apparenza placido e sereno, certo, eppure dentro cova il fuoco e le fiamme del riscatto. Fame atavica, per lui. Una voglia pazzesca cresciuta senza soluzione di continuità sin dal giorno dell’infortunio, datato 8 ottobre 2016: «E’ stata dura restare a guardare, ma ora davanti a me ho tutta la preparazione estiva per recuperare». Come a dire: sto arrivando Napoli, ci sono anche io.
IO E DRIES. E allora, cercasi rinascita. Lentamente e costantemente. Senza fretta ma senza pause, come diceva Rafa: Non so «se sono già in grado di reggere tutti i novanta minuti, ma ho una certezza: posso dire di essere completamente recuperato», dice Milik alla vigilia della gara di qualificazione al Mondiale 2018 che la sua Polonia giocherà domani a Varsavia con la Romania. Il grave infortunio al crociato e al menisco del ginocchio sinistro rimediato proprio sul più bello, e dunque dopo i 7 gol realizzati in 9 partite, gli ha letteralmente spezzato le ali. Anche al rientro: condizionato dall’irrefrenabile esplosione di Mertens in formato centravanti super. «Sì, la squadra ha giocato alla grande anche senza di me: Dries ha segnato 30 gol in stagione, cosa c’è più da dire?». Soltanto bravo. Anzi bravi: al belga per quanto fatto, al collega per la sportività. Ribadita e sottolineata: «In vista della prossima stagione non sarà una sfida, una lotta tra me e lui».

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LA MOTIVAZIONE. Il magma, però, ribolle dentro. «Restare fuori e vedere gli altri giocare è stato difficile, anche se come uomo ne sono uscito più forte e arricchito, ma ora sono in fase di ripresa: in allenamento mi sento bene e cresco giorno dopo giorno. In questo periodo di lavoro ho notato notevoli progressi in termini di preparazione fisica, velocità e aggressività». E ancora: «Ringrazio davvero lo staff medico del Napoli, mi hanno recuperato e seguito con tanta attenzione. Non ho mai avuto fretta di rientrare e mi sono fidato di loro al cento per cento. Ora, però, sono molto motivato: il club ha investito 32 milioni per acquistarmi e voglio dare il massimo. Sempre di più».  

«SCEGLIE SARRI» I media polacchi, decisamente stuzzicati dal fatto che Milik è il calciatore polacco più pagato di tutti i tempi, affonda. Domanda: De Laurentiis ha mai fatto pressioni per vederti giocare dopo l’infortunio? «Il presidente può fare ogni osservazione, ma è l’allenatore a vederci tutti i giorni in campo e a decidere». Le ingerenze, comunque, non fanno parte del Napoli. «Ho avuto la possibilità di entrare dalla panchina, ma spesso la gara era già chiusa. Magari sul quattro o cinque a zero». Il suo contributo, però, è arrivato ugualmente: «Il gol con il Sassuolo». Del 2-2, utile a evitare una sconfitta: «Ho aspettato a lungo quel momento: mi ha aiutato molto».

Fonte: CdS

 

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