VITTORIO ZUCCONI, direttore di Radio Capital e una delle firme più prestigiose del giornalismo italiano, storico corrispondente dei quotidiani “La Stampa”, “La Repubblica” e “Il Corriere della Sera” da alcune delle più importanti città del mondo: da Bruxelles a Tokyo, da Parigi a New York , è intervenuto a “Fuori Gara”, trasmissione dedicata al Calcio Napoli in onda su Radio Punto Zero: “Credete sia possibile immaginare una squadra come la Juve a Napoli? No, perché non corrisponderebbe alla città. Il Napoli è la perfetta immagine della sua patria: bellissima e deludente, straziante ma meravigliosa. Le squadre acquistano il carattere delle città in cui giocano anche se i calciatori provengono da altri paesi. La Juve vince 1-0 e pedala, il Napoli regala sceneggiate e poi amarezze ma, proprio per questo, si fa amare ancora di più. Voglio sperare che Sarri venga rispettato. Da “rocchiano” ho visto il Milan di Nereo Rocco vincere col catenaccio, oggi i tempi sono cambiati ma sono certo che, con una difesa più forte, il Napoli può essere da scudetto già l’anno prossimo. Un vecchio detto dice: la vittoria cura tutti i mali. Se il Napoli trionfa, allora Sarri e De Laurentiis si ameranno, viceversa si scopriranno i difetti di entrambi che porteranno al divorzio. Considero Sarri lo Zeman italiano, un personaggio che si ama o si odia, che ha una sua filosofia “talebana”, è un radicale in senso positivo. Sono stufo di squadre con traduttore automatico, vorrei vedere in Serie A più giocatori italiani anche se c’è un prezzo da pagare avendo saltato una generazione con l’acquisto di giocatori di tutti i tipi provenienti da altre nazioni. Ventura è un allenatore da giovani, un maestro di calcio. Con lui servirà pazienza, si passerà attraverso sconfitte e fallimenti di calciatori che sembravano promesse, ma sarà l’unica strada per far rifiorire il calcio italiano. La situazione societaria dei nostri club è catastrofica, non possiamo permetterci i campioni e quando ci saremo stufati di prendere “chiunque” saremo finalmente costretti ad acquistare giovani italiani avendo la pazienza di aspettarli. Ho un nipotino in America che s’è tagliato i capelli come Insigne. Ecco, lo stesso Insigne non è esploso improvvisamente: ha avuto bisogno di tempo per imporsi. L’esempio limpido è l’Atalanta: guardate che campionato ha disputato, con che giocatori e con quali disponibilità economiche. I giovani forti esistono ancora e sono tanti, serve solo tempo e pazienza”.