La Gazzetta – La lezione di Sarri al calcio italiano
Il Napoli arriva terzo in campionato e viene osannato dai propri tifosi come se avesse vinto lo scudetto; Sarri ha l’onore di ricevere nel salone del Coni il prestigioso premio Bearzot, per lo stile e la bellezza del suo calcio. Ma questa non è l’Italia dove importa soltanto vincere anche senza merito? Il Paese dove si glorificano più i risultati che non il modo in cui vengono ottenuti? I tifosi del Napoli danno a tutti un segnale importante di crescita culturale e sportiva, che valorizza l’impegno e la bellezza a prescindere dal risultato finale. Sarri e i suoi ragazzi stanno dimostrando che ci si realizza non soltanto attraverso la vittoria, ma anche grazie all’impegno del gioco e al divertimento che si produce. Il successo è importante, ma quando è sostenuto dalla bellezza: un valore che nazioni come Brasile, Spagna e Germania non hanno mai disconosciuto. Gli azzurri hanno dato tutti se stessi con generosità e non solo: hanno emozionato i propri tifosi e hanno ricevuto l’ammirazione delle tifoserie avversarie. Ebbene, questa squadra è già nella storia. Gli uomini del maestro Sarri, uno dei migliori allenatori del mondo, hanno dato spettacolo in tutti gli stadi con una crescita di gioco e un dominio totale impressionante. L’armonia, i sincronismi, la fantasia collettiva, i movimenti senza palla hanno permesso varietà e fluidità di manovra, che hanno consentito un inimmaginabile progresso tecnico, individuale e di gruppo. Ciò ha aumentato l’ottimismo, la creatività e l’autostima di tutti, come dimostrano le esplosioni di Mertens e Insigne, riserve fino a due anni fa, e i miglioramenti di Hamsik e Callejon: autori, in quattro, di 72 gol, un prodigio. Da sottolineare la crescita della difesa e dei giovani come Jorginho e Diawara. Molto probabilmente i cultori del calcio individuale mai avrebbero previsto che, dopo la vendita di Higuain (con i suoi 36 gol in campionato) e l’infortunio grave di Milik, il Napoli avrebbe avuto il migliore attacco della A con 94 gol. Maurizio con la sua genialità e capacità didattica ha saputo conquistarsi la stima e la fiducia dei suoi giocatori, che lo seguono con entusiasmo. Il gioco è il vero leader e tutta la squadra cresce vertiginosamente. Il calcio del Napoli esce dalla nostra tradizione e ortodossia, ampliando la nostra visione: si vince da protagonisti assoluti, non soltanto con la difesa e il contropiede, ma con il dominio totale del pallone e del campo, grazie al lavoro, alle idee e alla convinzione. In pratica, è molto meglio dominare invece che subire. Quando gli azzurri, oltre a regalare spettacolo e divertimento, riusciranno anche a vincere un importante trofeo compiranno un’autentica impresa, ma ciò non si può programmare. Oggi Maurizio e i suoi generosi ragazzi propongono un calcio che annichilisce gli avversari. Però sarà importante mantenere la generosità, lo stile di squadra e l’entusiasmo senza protagonismi e gelosie. Chissà che, continuando a migliorare e prendendo sempre più fiducia e consapevolezza di se stessi, non possa arrivare qualcosa di eccezionale. Intanto Sarri continuerà a migliorare i propri giocatori attraverso l’organizzazione di squadra e il gioco. Non punterà sul singolo, come quasi sempre si è fatto in Italia, ma sul collettivo. Grazie ragazzi per le emozioni che ci avete regalato, grazie a voi tutto il calcio italiano potrà evolversi sino a trasformare i nostri stadi e arene in teatri dove ci si diverte. E dove è giusto si vinca con «la bellezza che salverà il mondo», come diceva Fedor Dostoevskij nel romanzo «L’Idiota».