Anno da record e tutto senza Higuian

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E’ finito col terzo posto l’anno dei record napoletani. Di punti: 86. Di gol segnati in campionato: 94. Di punti nel girone di ritorno: 48. Di gol realizzati in trasferta: 50. Di gol segnati da Mertens, Insigne, Callejon e Hamsik: tutti in doppia cifra. Di gol consecutivi: Insigne è andato a segno nelle ultime 4 partite, come non era mai riuscito finora in carriera.

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UN’ARMATA DI GOL. Quando ieri hanno chiesto a Sarri se il prossimo anno questo Napoli potrà lottare per lo scudetto, la risposta è stata molto chiara: «Se è quello del girone d’andata no, se è quello del girone di ritorno sì». Non è un’opinione, sono i conti, i numeri. Ma se del girone di ritorno si prende quest’ultimo spicchio viene fuori con più forza ancora la sua grandezza: il Napoli ha vinto le ultime 5 partite, 1-0 contro l’Inter, 3-1 al Cagliari, 5-0 al Torino, 4-1 alla Fiorentina, 4-2 alla Sampdoria. Nelle ultime 4 gare ha segnato 16 gol, 4 reti ogni 90′. Nelle ultime 3 ne ha fatti 13, vale a dire 4.3 ogni 90′.

LA DIFFERENZA. Sarri ha il miglior attacco del campionato, quello di Spalletti è secondo (90 reti), quello di Allegri terzo (77). La considerazione più banale è che la cessione di Higuain non ha determinato un passo indietro, bensì in avanti: nel campionato scorso il Napoli aveva segnato 80 gol, compresi i 36 (record nella storia della Serie A) di Gonzalo Higuain, quest’anno senza il Pipita ne ha fatti 14 in più e 17 in più della squadra dove è andato a giocare il re dei bomber.

IN DOPPIA CIFRA. Quattro azzurri in doppia cifra, anche questo è un dato sensazionale. Mertens ne ha realizzati 28, Insigne 17, Callejon 13 e Hamsik 11. Quando li vedi giocare insieme, in giornate come quella di ieri, più che una partita ti sembra una centrifuga. Vanno a mille all’ora, si scambiano la palla ad una velocità pazzesca, ieri Insigne era imprendibile, Hamsik quasi. Tutta la squadra ha cercato di far segnare più di un gol a Mertens, che però alla fine si è dovuto accontentare del secondo posto alle spalle di Dzeko.

IN EUROPA. Primo attacco della Serie A, ma anche al confronto con le grandi europee il Napoli non sfigura, anzi. Se togliamo i mostri spagnoli (il Barcellona di Messi ha segnato 116 gol, il Real Madrid di Ronaldo si è… fermato a 106), l’attacco azzurro ha perso il confronto solo con l’attacco del Monaco che in Ligue 1 ha spadroneggiato realizzando 107 gol. Ma a proposito di vecchi cannonieri del Napoli, ha fatto meglio del Paris Saint Germain di Cavani che ha chiuso il campionato con 83 reti, meglio del Bayern Monaco di Lewandowski (la Bundesliga, però, ha 4 partite in meno della Serie A) che è arrivato a 89 gol, meglio del Tottenham (86 reti, miglior attacco della Premier League) e del Chelsea campione d’Inghilterra (85 reti). In assoluto è il quarto attacco dei primi 5 campionati d’Europa: Barcellona 116, Monaco 107, Real Madrid 106, Napoli 94, Roma 90, Bayern Monaco 89, Tottenham 86, Chelsea 85, Paris Saint Germain 83, Manchester City 80, questi sono i primi 10 attacchi europei.

LO SPETTACOLO. Il Napoli segna tantissimo per l’insieme delle sue qualità individuali trasformate, da Sarri, in una qualità collettiva. Non ha Messi, non ha Ronaldo, non ha Lewandowski, forse ricorda di più il Monaco. E’ lo spettacolo che fa la differenza fra il Napoli e le altre italiane. La Roma fa gol con la potenza di Dzeko, la Juve con la ferocia di Higuain e la classe di Dybala, il Napoli segna con un gioco collettivo dove le qualità mischiate producono un livello altissimo di pericolosità. Il Napoli segna trascinando la gente. E’ il suo bello, è il suo marchio.

Fonte: CdS

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