Il Pescara affida la nuova stagione all’ex tecnico del Napoli
«Mister, ci facciamo una foto?», la richiesta di tre ragazzi, che s’avvicinano a Zeman, al tavolino di un bar in piazza Salotto. «Pronti, dai: scattate! Ma tu stai attento alla sigaretta: quasi ti brucio la testa…», fa il boemo mentre abbraccia i giovani tifosi per mettersi in posa, nell’immancabile nuvoletta di fumo. Mortificata da una retrocessione dichiarata praticamente a metà campionato, Pescara affida le nuove speranze ancora a «Sdengo», che nella stagione 2011-2012 portò in Serie A la formazione abruzzese.
“A metà febbraio sono tornato, quando ormai era annunciata la condanna alla B – dice Zdenek Zeman, 70 anni -. Già a Natale sembrava delineata la classifica in coda, con tre squadre destinate alla retrocessione. Poi il Crotone ha compiuto la grande impresa di conquistare 17 punti in 7 incontri, più della Juventus, e si è rimesso in corsa. Lì sono stati bravi, sul mercato, nell’ambiente e in campo: hanno proprio meritato di giocarsi tutto nell’ultima giornata. Anche se dipenderà pure da Palermo-Empoli”
Per lei, domenica, può essere un addio alla Serie A oppure crede di torna”ci già tra un anno? “Me lo auguro. Io ci metterò il lavoro e l’entusiasmo, poi bisognerà fare i conti con il campo”.
E soprattutto con il progetto societario. Sebastiani è finito nel mirino della contestazione. Se il presidente lascerà, che ne sarà di Zeman al Pescara? “Ho il contratto anche per la prossima stagione. Vedo Sebastiani fortemente motivato a riscattare questa annata negativa. Non immagino, al momento, uno scenario diverso da quello attuale”.
Preferirebbe ripartire con una base della squadra retrocessa o fare una rifondazione? “Sei anni fa, ci fu una rivoluzione sul mercato. Del gruppo precedente rimasero Cascione, Gessa e Sansovini. Certo, arrivarono giovani di qualità, come Immobile e Insigne, e si puntò sulla crescita di Verratti. Vediamo che mercato sarà… Il presidente ha detto che nell’ultimo campionato non è stato lui a fare il mercato. Non è solo questione di soldi, per me contano di più l’organizzazione, le idee, il progetto”.
La delusione e la sorpresa più bella di questo campionato? “Il Pescara e l’Atalanta. A Bergamo si è creato un cocktail straordinario: dopo un avvio stentato, Gasperini si è affidato ai giovani e ha svoltato, proponendo un gioco pregevole. Sì, toccherebbe a lui la Panchina d’oro”.
Per la scorsa stagione, lei votò per assegnarla al suo «allievo» Di Francesco… Lo vede bene alla guida della Roma? “Per me sta benissimo al Sassuolo, dove ha impostato uno straordinario progetto, valorizzando tanti giocatori e contribuendo alla crescita del club”.
La Roma è il suo grande sogno. “Ripeto, lo vedo bene al Sassuolo”.
Sembra quasi un consiglio in codice… Sarà anche per lei una domenica triste, la prossima, per l’uscita di scena di Totti? “Non lo sento da tempo, a me non ha detto di voler chiudere col calcio. Altri hanno deciso per lui che non giocherà più nella Roma. Spero che Francesco decida di divertirsi e divertirmi ancora. In Italia non lo immagino in altri club. All’estero sì. A Miami con Nesta? Boh”.
Si aspettava che Totti sopportasse, con dignità e senza sfoghi, il trattamento ricevuto, con tanta panchina, in questo lungo addio maturato nella Roma? “Lo conosco. Gli sarà costato mantenere equilibrio e rispetto. Ma non sono sorpreso, so quanto Francesco ha dato alla Roma, caricandosela sulle spalle. Totti ha costruito tanti allenatori in questi anni; non sono stati i tecnici a costruire lui”.
La Juventus vincerà la Champions League? “Con il Real è sempre una sfida incerta, può succedere di tutto. Comunque, Allegri guida un gruppo fortissimo e ha saputo coinvolgere nella fase difensiva anche Mandzukic, elemento fondamentale. Sono curioso di scoprire se Cristiano Ronaldo saprà sfondare il muro difensivo della Juventus”.
Conte, Allegri e Sarri resteranno ai loro posti oppure possono esserci clamorose novità? “Per lasciare il certo per l’incerto? Possono proseguire le opere avviate negli attuali club”.
Gli americani, l’indonesiano e ora i cinesi, tutti pronti a fare affari nel calcio italiano. Ci sarà la svolta per Milan e Inter? “Da tempo, il calcio è un business, altro che gioco!. Ma gli ingenti capitali che si investono non garantiscono i risultati. Ai tifosi interisti, per esempio, interessa poco che il marchio nerazzurro finisca sugli elettrodomestici nei supermercati in Cina. Per i successi sarà sempre fondamentale l’organizzazione societaria”.
Quale giovane segnalerebbe al c.t. Ventura? “Impossibile dare un’indicazione, perché ne ha convocati tantissimi, praticamente tutti, magari molti non sono pronti. Ce ne sono, però, interessanti, di prospettiva. Ora mi auguro che trovino davvero spazio, a parte gli stage. Il calcio italiano ha una buona base”.
Dopo Spal e Verona, chi sarà promosso in Serie A? “Lotta equilibrata ma penso che riuscirà a spuntarla il Frosinone”
Zamparini l’avrebbe voluta come direttore tecnico al Palermo e lei ha fatto sapere che valuterebbe l’ipotesi quando avrà 80 anni. E se in panchina formasse un tandem con suo figlio Karel? “Ha fatto davvero un miracolo, salvando la Reggina. E’ bravo, è giusto che vada avanti per la sua strada. Io, a 70 anni, ho il mio futuro…”.