Rudy Krol a Il Mattino: «Progetto Napoli pronto al salto di qualità adesso basta poco per iniziare a vincere»
L'ex libero degli azzurrini degli anni '80 parla della squadra di Maurizio Sarri
«Resto colpito da questo Napoli, da questi attaccanti e da questi centrocampisti che sono ovunque, a difendere la propria porta e un attimo dopo sotto la porta avversaria». Rudy Krol, intervistato da “il Mattino”, il libero olandese che ha stregato l’Europa e l’Italia, è ancora a Napoli, stregato dalla città che ha riscoperto questo inverno dopo un’assenza di venti anni e da cui adesso fatica a staccarsi. «Che dire, è vero: non so farne più a meno. Sono in vacanza qui e non ho resistito al fascino del San Paolo».
Krol, sabato ha assistito al trionfo sulla Fiorentina. Che idea si è fatto? «Mi strega di Sarri quella vocazione al gioco offensivo che sta facendo scuola non solo da voi in Italia. E che nessuno sa davvero riprodurre e che in pochi riescono a contrastare: c’è un’intera squadra che corre in avanti per lasciarsi alle spalle gli avversari, e tutto questo trasmette un senso liberatorio di gioia».
È un Napoli che però sembra destinato al terzo posto. «Il motivo mi è chiaro: quante volte l’attaccante della Fiorentina, anche se da solo e circondato dai difensori azzurri, è riuscito ad andare al tiro verso Reina? Troppe volte, considerando spesso che la difesa era lì, schierata, in 15-18 metri. E allora, è chiaro che il Napoli deve migliorare in questo tipo di attenzione».
Compito non semplice, evidentemente? «Il Napoli fa rimanere stordito chiunque lo affronti. È travolgente quando ha il possesso di palla. Ma quando non ce l’ha, non è dello stesso valore».
Cosa la colpisce di più del gioco degli azzurri. «L’equilibrio tra fantasia e atletismo, tra tecnica e corsa. Poi c’è tanta organizzazione: tutti sanno quello che devono fare. E lo fanno molto bene. Tranne in difesa».
Il suo preferito? «Insigne, Mertens…il belga se decide che deve fare la punta è irresistibile nello scatto e nel tiro, se fa il rifinitore è straordinario negli assist».
Che senso dà essere così belli ma non vincere nulla come la sua Olanda? «La mia Olanda ha perso le due finali dei Mondiali… ma l’Ajax, che era la mamma di quella nazionale ha vinto qualsiasi cosa in Europa. Prendendo pochi, pochissimi gol. Con il Real, in una semifinale di Coppa dei Campioni del 73, vincemmo 2-1 ad Amsterdam e 1-0 al Bernabeu e con la Juventus vincemmo 1-0. E l’anno prima con il Benfica, in semifinale, nel nostro Olympisch Stadion vincemmo 1-0 e lì in Portogallo stringemmo i denti e strappammo lo 0-0… con questo voglio dire che il nostro era un calcio spettacolare ma che noi puntavamo molto alla difesa».
Questo Napoli è soprattutto un grande gruppo. «Me ne sono accorto anche io, dall’esterno. Questo può fare la differenza. Anche noi, in quell’Ajax siamo cresciuti assieme. Cruijff, Keizer, Hulshoff erano di Amsterdam e altri, come me, stavano là da quando avevano sedici anni».
Come può riuscire, il Napoli, a battere questa Juventus? «Andando avanti così, dando fiducia a Sarri e a De Laurentiis che hanno creato questa squadra aggiungendo pezzo dopo pezzo. Io qualcosa nella difesa di questo Napoli la farei…».
Krol, che campionato italiano è stato? «A me piace vedere il vostro calcio. In Spagna, dove vivo, sono tutti pazzi per la Premier, ma per un allenatore è uno spettacolo il tatticismo di una partita di serie A. C’è da imparare da tutti».
Senza Champions, questo Napoli avrebbe potuto vincere lo scudetto? «È evidente che quella è una manifestazione che toglie molte energie, ma ormai tutti i grandi club devo abituarsi a lottare sia in campionato che in Champions. E il Napoli è ormai un grande club e deve abituarsi».
La Redazione