Ciccio Marolda: “Il sogno di tutti”

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L’opinione di Marolda sul CdS:

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“Non è cambiato niente. E allora chi ne ha voglia può sognare ancora quello che gli pare. Ne ha il tempo ed il diritto. Perché non è vero che i sogni, soprattutto certi sogni, appartengono a uno solo. Oppure a pochi. I sogni son di tutti. Meglio: sono di chi ha voglia di realizzarli. E Napoli ha voglia di riviverlo quel sogno. La città, chi tifa e anche chi solo racconta sensazioni e sentimenti del pallone con animo onesto e napoletano hanno il diritto di sognare. Poi, se proprio vogliamo dirla tutta, questo sogno tricolore si rinnova da trent’anni e non da ieri e Napoli e il Napoli l’hanno generosamente offerto e condiviso già ventotto volte con chi nel tempo, seppure di passaggio, seppure senza una speranza, dalla panchina bene o male s’è impegnato per dare forma e colore a quel comune desiderio. Altro che: “il sogno è mio e lo gestisco io” che fa il verso a un femminismo d’altri tempi. No, non è così egregio signor Sarri: il sogno è di tutti. Di tutti i napoletani. E poi chi si vuole unire alla comitiva facendo la sua parte è il benvenuto.  Cosa che ormai vale per la prossima stagione. Perché in questa che ormai è andata il Napoli ha sì fatto molto, ha sì fatto tanto, ma non abbastanza. O, almeno, non tutto quello che poteva fare. Ma tant’è. E allora, più del ricamo elegante delle sue giocate, più che il fascino del suo calcio innovativo, più che la sua amara collezione di record di stagione, più dei rimorsi tormentosi, quel che più resta di questo campionato è la sensazione che, comunque sia, la distanza tra il Napoli e quel sogno s’è ridotta. E questo dev’essere assai chiaro a De Laurentiis, il quale ha deciso di aumentare la posta della sua giocata. In verità ingaggiando Benitez ci aveva già provato, ma senza fortuna. Ora ci riprova, ma con una strategia diversa. Ovvero, confermando il meglio della squadra e, in attesa d’un mercato ristretto però di qualità, alzando il monte ingaggi.  E’ la strada giusta, questa? Può diventarlo. Perché se non si può negare la correlazione stretta tra successi e fatturati, l’esperienza europea, anche quella più recente, racconta che può essere vincente anche la strategia del costo del lavoro. Del lavoro cosiddetto “allargato”. Cioè, quello che agli ingaggi lordi somma gli ammortamenti del costo degli acquisti. Detto più semplicemente: come dimostrano studi anche recenti, quasi sempre la vittoria o sta con chi ha i più alti fatturati, oppure lo tradisce con chi spende di più per la costruzione della rosa. Ecco, il Napoli per vincere sta tentando questa seconda strada. Ma per avere margini larghi per gli investimenti, non volendo puntare sulle plusvalenze, non può che affidarsi ai denari della Champions. Già, ma questo il presidente l’ha spiegato bene a tutti?”

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