Non passa dall’altra parte. «Resto uno sportivo, la mia vita è questa da quarant’anni». Prima campione e poi dirigente di pallanuoto, un successo dietro l’altro, i più esaltanti conquistati col Settebello di Rudic negli anni Novanta, Olimpiadi e Mondiali.
Franco Porzio, ex stella del Posillipo e patron dell’Acquachiara, è stato nominato dal governatore della Regione Vincenzo De Luca suo consulente per lo sport e le Universiadi 2019. «Io politico? Continuerò a lavorare per lo sport, gli atleti, i tecnici, i dirigenti. Le priorità sono chiarissime». La prima è lo stadio Collana, la struttura nel cuore del Vomero che è di proprietà della Regione ed è chiusa da oltre cento giorni. «Tenere gli impianti aperti è una necessità per gli atleti, le società, le famiglie. Lo sport, soprattutto nel nostro territorio, svolge un’importante funzione sociale e non si possono rinviare certi discorsi quando si lavora anche per allontanare i ragazzi dalla strada. Tenere aperti tutti gli impianti, non soltanto il Collana, è difficile ma occorre dare un segnale».
Quel lanciato dalle società e dai settemila atleti che frequentano il Collana è disperato: le attività sono da mesi sospese. «Appunto. Si deve ripristinare la normalità, con le attività da svolgere in assoluta sicurezza. La vicinanza al mondo dello sport è totale da parte del governatore De Luca: è consapevole delle difficoltà che ci sono in Campania e ha deciso di affidare questo incarico a un esponente dello sport che conosce le tematiche. Vado subito in campo per risolvere i problemi e seguire poi il regolare funzionamento delle attività. Tenendo chiusi gli impianti c’è anche il rischio di tagliere le radici della grande storia agonistica della Campania, con atleti che ogni quattro anni raccolgono medaglie alle Olimpiadi. Questo lavoro non mi spaventa: prima da pallanuotista e poi da dirigente, sono allenato a lavorare anche 15 ore al giorno e quasi vent’anni fa abbiamo creato dal nulla una società in una zona di periferia».
Consulente anche per le Universiadi del 2019: a che punto siamo? «Mancano due anni, non sono tanti, ma noi siamo bravi organizzatori. Mi metterò all’opera con impegno e umiltà per far funzionare questa macchina, indubbiamente complessa. Un aspetto è fondamentale: lavorare in un’unica direzione». Non sembra facile a Napoli, dove ci sono evidenti frizioni tra il sindaco de Magistris e il governatore De Luca. «Per le Universiadi, la Regione, il Comune il Coni e il Cusi dovranno operare insieme, all’insegna dell’equilibrio. Sono orgoglioso che il presidente De Luca abbia pensato a me, credo che la scelta di un consulente derivi da una riflessione sulle criticità che vive lo sport in Campania. È un gesto di sostegno a questo mondo che forma non soltanto atleti ma anche uomini ed è evidente che il lavoro sociale meglio può essere compiuto se ci sono le strutture idonee».
Non ci si aspetta forse troppo dalle Universiadi sotto questo profilo? «Chi ha vissuto eventi internazionali, sa quale importante eredità lascino sotto l’aspetto degli impianti. Tra due anni avremo una grande opportunità, quella che venne concessa a Napoli per l’ultima volta nel 1963, quando la città ospitò i Giochi del Mediterraneo. Alcune strutture hanno retto per molto tempo: penso al Palazzetto dello Sport e alla piscina Scandone a Fuorigrotta. Ecco, dovremo azionare una perfetta macchina organizzativa e sfruttare questa occasione per gli atleti di oggi e quelli di domani».
Tratto da Il Mattino