Il Mattino – De Laurentiis: ” Alcuni nomi diventano difficili senza il secondo posto, ma non temo i preliminari. Abbiamo speso 163 milioni”
Il presidente del Napoli parla anche di Ghoulam e del mercato che verrà
«Il Napoli è la casa di Maurizio Sarri. E questa casa per lui è aperta a vita: qui può rimanere a fare quello che vuole anche quando il contratto scadrà. Se vuole potrà anche avere un ruolo alla Ferguson». Aurelio De Laurentiis è da poco rientrato dagli Stati Uniti. È all’Hotel Vesuvio dove riceve un riconoscimento dal Rotary Napoli Est «per la sua illuminante attività imprenditoriale svolta in questi anni». Il prossimo film di Carlo Verdone è uno dei suoi pensieri ricorrenti, ma su tutto e tutti, come sempre c’è il Napoli. Il suo Napoli.
Presidente, sta per arrivare la domenica probabilmente decisiva nella corsa per la Champions diretta? «Non credo. Questo è un campionato in cui le sorprese sono arrivate in ogni giornata, dove sia il Napoli che la Roma hanno perso punti contro le più piccole spesso. E tutto può ancora accadere fino alla fine».
Sarebbe problematico il terzo posto? «Io non ho paura del preliminare. È diverso da quando abbiamo affrontato l’Athletic Bilbao: perché quest’anno abbiamo una squadra già strutturata e completa, che sta dimostrando la propria forza. Il fatto che avrò la rosa a disposizione a luglio per svolgere la preparazione estiva al completo mi rende tranquillo».
Non proprio come tre anni fa, insomma? «Infatti. Allora erano tutti reduci dai mondiali, coppa America e se ne aggregava uno al giorno. Non fu semplice. Ora è diverso, sono molto più sereno e fiducioso. In ogni caso, noi proveremo fino alla fine a centrare il secondo posto. Ma comunque vada non sarà un dramma».
Neppure il mercato ne risentirà? «No, gli unici problemi sono di ordine organizzativo. Poi ovvio, sotto il profilo finanziario qualche operazione può essere più programmabile avendo la certezza della Champions. Ci sono per esempio degli acquisti irripetibili che abbiamo in mente».
Ce li svela? «In questo momento lavoriamo su una lista di cinquanta nomi: con tutti gli scout e gli osservatori che abbiamo in giro per il mondo è normale che avvenga questo… ti propongono giocatori esperti, giovani promesse e tanto altro. Io sto pensando di prendere qualcuno magari in Belgio o in Olanda e lasciarlo crescere nella propria squadra per un altro anno ancora».
Due campionati che le piacciono in maniera particolare? «Non ci sono percorsi obbligatori. Qualche anno fa mi dicevano di non prendere spagnoli perché la serie A non faceva per loro. Mi fecero vendere Victor Ruiz con questa motivazione. Poi arrivò Benitez e abbiamo visto il rendimento dei vari Callejon, Albiol, Reina».
A proposito del tecnico spagnolo, dice che Higuain era uno dei cinque nomi che le suggerì quell’estate? «E ci credo, chi non avrebbe voluto prendere Higuain? Lo volevano tutti. Solo che lui insisteva per Leandro Damiao, incontrai pure i suoi agenti proprio qui al Vesuvio. A proposito, dove gioca Damiao adesso? Higuain fu un blitz mio e di Chiavelli».
La Roma ha un punto in più. Cosa ha avuto fino ad adesso più del Napoli? «Solo un pizzico di fortuna in più. Poi ha fatto investimenti massicci e ha un allenatore come Spalletti che viene da esperienze importanti, come in Russia, e che ha dato ai suoi una grande maturità. Ma è un duello che non è ancora concluso».
Le fa piacere avere un allenatore come Sarri così corteggiato? «La cosa mi esalta perché è stata una mia intuizione. Quando l’ho preso dall’Empoli mi hanno persino messo gli striscioni contro per contestare la scelta. Ma io sono sempre stato convinto di aver fatto la scelta giusta».
Sarà lui l’allenatore del Napoli ancora a lungo? «Ma non solo perché ha un contratto pluriennale con una clausola che entrerà in vigore solo il prossimo anno: questa è casa sua, per me lui può rimanere a vita nel Napoli e può decidere anche per un ruolo alla Ferguson».
Sarri sarà contento di queste parole. «Io rispetto molto il suo pensiero filosofico, la sua storia, il suo pensiero che applicati al calcio fanno sì che il Napoli giochi in maniera così spettacolare».
È il Napoli che più di tutti le sta a cuore? «Tutti i miei Napoli sono come i miei film: non ne ho uno preferito. Li amo e li ho amati tutti. Dal primo a quest’ultimo».
Senta presidente, dall’elenco dei rinnovi milionari che ha fatto, mancano sono due nomi all’appello. Che fa? «Con Mertens ci siamo. La firma arriverà a breve, la prossima settimana arriveranno i suoi agenti e definiremo le cose che ci siamo detti».
E Ghoulam? «Hamsik, Callejon, Albiol, Koulibaly, Insigne hanno richiesto tempo. A differenza del cinema, dove tutto accade più velocemente. Nel calcio, anche a livello ambientale, si ha fretta: facimm’ ambress…. Ghoulam? Lui e Strinic a me piacciono tanto e non è facile trovare dei sostituti del 92 o del 93 ai loro livelli. Anche perché arrivano e prima di essere inseriti nei meccanismi di Sarri ci vuole tempo. Ogni operazione di rinnovo ha bisogno del suo tempo. Vediamo quello che succede».
È un monte ingaggi lievitato in maniera esponenziale negli ultimi anni? «Sì, più del 150 per cento. Siamo passati dai 40 milioni di stipendio con Mazzarri ai circa 100 milioni attuali. Un grande salto… mi fa ridere chi chiede sempre chi compriamo, chi compriamo?. Come se fosse facile migliorare questa squadra. Ma in ogni caso, lo faremo. Però ci vuole un po’ di pazienza: qui pare che già il 3 febbraio bisognava avere pronti gli acquisti per l’estate. E poi l’estate scorsa abbiamo investito per 163 milioni di euro. Non abbiamo risparmiato. Anzi, abbiamo costruito un gruppo che per almeno cinque anni ci lascerà tranquilli».
Come si fa a lottare fino alla fine per lo scudetto? «Quest’anno in qualche partita abbiamo pagato in concentrazione, credo che i nostri passi falsi ci siano costati 16 punti. Dobbiamo lavorare per avere una rosa di 25 calciatori tutti concentrati sui vari obiettivi».
In che condizioni è il calcio italiano? «Dopo il commissariamento della Lega Calcio c’è solo il baratro: non dobbiamo commettere l’errore di credere che i 4 posti in Champions possano salvarci. O rinnoviamo il nostro movimento, pensiamo al calcio come una industria o è la fine».
Il Rotary le consegna un bel riconoscimento. «Ne sono lieto. Spero che organismi come il Rotary spingano per aiutare la difesa dei diritti dell’uomo».
La Redazione