De Laurentiis al CdS: “Non mi spaventano eventualmente i preliminari. Con Mertens ci siamo. Sarri come Fergusson”
The winner is…, per il Rotary Est di Napoli che lo premia, «una personalità che ha perseguito interessi pubblici di Napoli, coniugando la rinascita del Napoli, ormai decotto, con capacità imprenditoriale che hanno fuso il fair play finanziario ai risultati tecnici». E alla quale si parla, con il pallone in mano….: di Mertens («tra un po’ firmeremo»), di Sarri («questa è casa sua, può restarci a vita»).
Verrebbe da chiederle, De Laurentis, per chi farà il tifo, nel caso le serva, domenica sera in Roma-Juventus. «C’è da giocare prima la nostra partita a Torino e comunque risponderei vinca il migliore, anche se egoisticamente….».
Meglio – per voi – ritrovarsi secondi… «Ma io non ho paura dei preliminari, non li temo, so che siamo una squadra completa e che sta dimostrando quanto sia forte. So che non ci saranno Mondiali, Europei, coppa America e che sarà possibile ritrovarsi tutti assieme. Sono tranquillo. Semmai non lo sono del tutto dal punto di vista finanziario, perché ciò che ti consente la Champions non te lo permette il pericolo dello spareggio per accedervi. Ma noi abbiamo un progetto».
Che ha previsto, nel tempo, una serie di rinnovi. «Hamsik, Callejon, Albiol, Koulibaly, Insigne. Hanno richiesto tempo, in alcuni casi, a differenza del cinema, dove tutto accade più velocemente. Nel calcio, anche a livello ambientale, si ha fretta: facimm ambress…Invece un contratto ha due parti, logiche ed interessi diversi».
Il nome che viene automaticamente è quello di Mertens. «Io credo che ci siamo e che dunque la firma dovrebbe arrivare entro breve, diciamo che in una settimana dovremmo concretizzare tutto ciò che ci siamo detti».
E poi c’è anche Ghoulam. «Che moltissimi amano e qualcuno no, mentre a me invece è sempre piaciuto ed in queste ultime settimane è tornato ai suoi livelli, con prestazioni decisamente di spessore. C’è stato un momento in cui, volendo, avremmo potuto venderlo; invece ci abbiamo creduto, continuiamo a credere in lui, come in Strinic».
E’ cambiato il monte ingaggi. «Siamo passati dai quaranta milioni dell’anno di Mazzarri, quando pure arrivammo in Champions, ai cento circa – e forse più – di adesso – il che vuol dire aver visto crescere questa voce del 150%. Poi è facile rispondere: ma avete incassato novanta milioni con Higuain. Intanto, la sua cessione prevede un riconoscimento in varie soluzioni. Ma il Napoli nella scorsa sessione di mercato ha investito per 163 milioni di euro. Non abbiamo risparmiato. Anzi, abbiamo costruito un gruppo che per almeno cinque anni ci lascerà tranquilli».
E’ il suo Napoli più bello? «Sono ormai tredici anni che mi emoziono e, se mi chiede dei miei figli, non mi dirà se ce ne è stato uno che mi è piaciuto di più. I figli sono tutti uguali. Anche il Napoli. Però questo diverte molto, accalora, entusiasma: a Los Angeles erano fieri di essere nostri tifosi e di poter applaudire una squadra capace di far divertire così tanto».
Sarri le dà gusto, anche se glielo corteggiano. «Ed è una gratificazione, vuol dire che ho scelto bene e sono contento che sia diventato un idolo. Fu mia intuizione e mi ritrovai gli striscioni contro. Non mi arrabbio perché piaccia tanto, succede anche nel cinema che tentino di portarti via un regista o un attore. Maurizio ha un contratto pluriennale che prevede, volendo, una clausola rescissoria molto alta alla fine della prossima stagione. Io ho assoluto rispetto di lui, della sua storia, del suo pensiero e della sua filosofia: il suo calcio, attraverso una formula cinematografica molto avvincente, è spettacolare. Questa è casa sua e se lui vuole può restare a vita, come Ferguson nel Manchester».
Come si rinforza questa squadra? «Bella domanda! Intanto, abbiamo già studiato cinquanta giocatori, sui quali vanno fatte valutazioni. Ma non è semplice intervenire, e mi pare così evidente. Siamo attenti all’Europa ma anche al Sud America, siamo anche felici di non aver dato peso a certi luoghi comuni: una volta si diceva, guai prendere gli spagnoli, qui non rendono. Comprammo un difensore molto bravo, Victor Ruiz, che mi fecero vendere. E invece vedete che risultati abbiamo ottenuto con quelli che ci consigliò Benitez».
Che è stato carino da Newcastle. «Però Higuain lo volli io con Chiavelli, rivendico la scelta ed il blitz. Anche se ci sta che nel suo foglietto ci fossero cinque nomi, come ha detto lui. Ma io ricordo che qua venne il manager di Leandro Damiao».
La Roma cosa ha avuto più di voi? «E’ un grande club, che ha fatto massicci investimenti, che ha un allenatore con un passato – come in Russia – fatto di successi. Forse sono stati un pochino più fortunati, perché noi abbiamo lasciato tanti punti contro avversari che erano alla nostra portata. O forse è una questione di concentrazione nostra, aspetto sul quale forse dobbiamo lavorare, su cui interverrà Sarri. Certo, aver lasciato qualcosa in partite che sembravano alla portata del Napoli – penso al Pescara, al Palermo, anche al Sassuolo – ci ha penalizzato. Ma il calcio è questo, abbiamo giocato a grossi livelli, abbiamo avuto la possibilità di battere la Juventus».
E’ decisiva la prossima giornata? «No».
Cosa serve al calcio? «L’intervento deciso, serio e illuminato di ogni componente, perché siamo arrivati al Commissariamento. E dunque se non si svolta, ci si ritrova alla fine. Oltre c’è il baratro. Bisogna innovare e dobbiamo farlo tutti noi ed il ministro dello Sport. Sennò scompariamo dalla faccia dell’Europa che conta. Se invece si procederà con la politica dei contentini per tutti, allora saremo falliti. Ci vuole una coscienza manageriale, basta con le abitudini arcaiche. Teniamo viva questa fabbrica di sogni».
Esprima un desiderio. «Questa serata con il Rotary – organismo che difende i meno abbienti, i bisognosi – spinge ad invocare l’intervento delle istituzioni, affinché si mettano soldi al servizio dei diritti umani».
Fonte: CdS