Sarri: “Voglio restare e finire il mio progetto. Poi si incazza”
Un pochino deve essersi emozionato quando la curva ha srotolato uno striscione enorme: Sarri è da pallone d’oro per il popolo del San Paolo. Ha ringraziato alla sua maniera, mimando l’applauso verso i fedelissimi e ritagliandosi subito la posizione preferita, in piedi davanti alla panchina. Si è divertito, ha alzato un pochino la voce nell’intervallo quando ha ricordato alla truppa che sei ghiotte occasioni avevano portato in dote solo una rete. Al terzo gol s’è lasciato andare, finalmente tranquillo e sorridente ma la distrazione del 92′ ha restituito al suo viso l’espressione tipica dell’insoddisfatto. «Non mi va giù prendere gol a tempo quasi scaduto. È una questione di mentalità che ancora non possediamo. Spero di aver assistito per l’ultima volta a un episodio del genere, resta il fatto che dobbiamo crescere».
Eppure il pomeriggio era iniziato alla grande: i quasi cinquantamila devoti, una prestazione di rara bellezza, fatta eccezione della rete beccata da Farias.
«Ringrazio i napoletani per lo straordinario attaccamento che ancora una volta mi hanno dimostrato: mi fanno sentire un uomo e un allenatore molto importante. Per quello che è nelle nostre possibilità stiamo cercando di ripagarli. Regaliamo emozioni e alla gente questo piace».
Si sente talmente importante da sperare di restare a lungo su questa panchina?
«Nella vita non si può dare mai nulla di scontato, tantomeno quello che potrebbe accadere domani: ma da qui vorrei andare via solo dopo aver portato a compimento il progetto».
Lo scudetto sarebbe la conclusione del progetto?
«Il ciclo finisce quando termina un certo ciclo di calciatori. Dobbiamo innanzitutto provare a trattenere tutti nonostante la concorrenza di club più solidi, non è facile. Mi riferisco ai top club europei. Mi piacerebbe restare, non dipende soltanto da me».
Molti giocatori dicono di credere nel progetto Napoli, di voler restare. Come Reina, anche se la società valuta l’acquisto di un altro portiere.
«Spero che Reina possa garantirci il suo rendimento ancora a lungo. Per me è fondamentale il contributo che ci dà soprattutto nello spogliatoio, oltre che in campo. Ovvio che anche per lui valga la regola anagrafica: va bene la concorrenza ma mi auguro che possa darci una mano per qualche altra stagione».
Il centrocampo è sembrato incontenibile: nasce lì il successo contro il Cagliari?
«Rog sta diventando affidabilissimo, Zielinski cresce di partita in partita. Inneschiamo bene il vertice basso, segno che la linea difensiva ha raggiunto una buona affidabilità, abbiamo degli interni che giocano su grandi livelli: sono contento di questo centrocampo e della squadra. Noi ci divertiamo, in allenamento e in partita e la gente è felice: abbiamo superato i cento gol e stabilito nuovi record. Naturale che vorremmo alzare l’asticella ma stiamo disputando una stagione straordinaria. Ricordandoci che non siamo il Bayern e nemmeno il Real Madrid».
Il secondo posto è lì, adesso bisogna sempre vincere fino alla fine?
«Non siamo padroni del nostro destino. Stiamo bene da un mese e lo dimostriamo, ma ci sono anche gli altri. La Roma ha più o meno gli stessi punti, vuol dire che sta facendo benissimo. Se alla fine arriverà davanti a noi, le faremo i complimenti».
Fonte: Il Mattino