L’opinione di Ciccio Marolda: “È il momento di mettere IL NAPOLI AVANTI A TUTTO”
Non si dovrebbe. Forse manco è giusto, ma come si fa a cacciare dalla mente le nebbie dei pareggi col Sassuolo, di quello col Palermo o di quello iniziale col Pescara, giusto per dirne tre? Non dovrebbe con quello che ha da fare ancora, ma – con tutto il rispetto per la Roma, si capisce – il Napoli guarda la classifica e gli rode stare ancora ad inseguire, seppure da vicino, quel secondo posto che avrebbe potuto e dovuto già sentire suo. Perché se è vero che per gli ottimisti per mestiere e devozione il Napoli negli eventuali preliminari della Champions avrebbe “poco” da temere è assai più vero che evitare anche quel “poco”, in casa Napoli farebbe stare tutti quanti meglio. Ma a questo punto della storia, quando mancano solo quattro “pagine” per sapere chi è l’assassino della Champions senza rischi – Spalletti oppure Sarri? – davvero non è giusto ragionare su quello che è stato e che non può cambiare. Come dire: chi ha dato ha dato e chi ha avuto ha avuto, “scurdammoce ‘o ppassato”. Si guardi avanti e basta, insomma. Il Napoli pensi solo positivo e si armi sino ai denti di ancora più forza e più coraggio per confermare la vecchia posizione in campionato e per chiudere in attivo il bilancio complessivo di stagione. L’Inter, ha detto che il Napoli può farlo. Che può ritrovare in questo finale ormai assai breve passo sicuro e pace con se stesso per aver fatto davvero tutto quello che poteva fare. O quasi tutto. Già, ma a parte andare in campo e non lasciare più neppure una briciola di punto agli avversari, deve far altro il Napoli per avere la coscienza a posto? Certo che sì. Certo che può darsi da solo anche una mano per non sbagliare niente. Un patto per la vittoria? Di più: forse al Napoli serve una vera e propria moratoria. Un modo assai gentile per raccomandare a tutti di mettere per un mese, solo per un mese, l’interesse del Napoli davanti a quello proprio. Di mettere il bavaglio a parole e pensieri ruvidi, dispettosi, a volte persino velenosi. E, comunque sia, sempre dannosi. Altro che brutti pensieri di dimissioni o di progetti al capolinea. Quello di cui il Napoli ha bisogno ora che la Roma affanna ed è vicina, è la capacità di continuare a mostrarsi gruppo unito, più forte di qualsivoglia disappunto o disamore. E capace anche, ove occorresse, di nascondere sotto il tappeto del silenzio la polvere d’ogni malumore o quella di bussare a denari soltanto un anno dopo, o, peggio ancora quella di scappare. Moratoria, dunque. Quattro settimane di pensieri azzurri e basta per dare un senso compiuto e almeno un po’ felice alla stagione. Perché, sia chiaro, va bene la geometria rapida e precisa, va bene il pallone ricamato, va bene nascondere l’attrezzo all’avversario, ma come più o meno pensava un certo Platone tifoso d’altri tempi: alla fine la forma deve saper diventare anche materia. Cioè sostanza. In questo caso successo, sorpasso e secondo posto. Almeno quello. Poi, tra un mese, porte aperte a chi vorrà scappare.