Auriemma al CdS: “Le sviste degli arbitri e quelle del Napoli”
Oggi il suo editoriale:
“Hamsik ha giocato 30 partite negli ultimi 177 giorni, una ogni 5,9 giorni, ed in quel lasso temporale ha saltato solo una sfida, quella degli ottavi di Coppa Italia con lo Spezia del 10 gennaio. Un tour de force al quale si è sottoposto Marekiaro, capitano infaticabile e neo Stakanov in salsa Napoli. Poi, arriva la primavera con i primi caldi che si sentono di più se si gioca alle 12, 30, ed i riflessi cominciano ad appannarsi. Il gol del pari regalato al Sassuolo potrebbe essere inquadrato in questo filone collegato alla stagione dello slovacco, per il quale Sarri stravede talmente tanto da pensare al suo utilizzo anche con una gamba sola. Questo è il tema, oppure no. Può darsi che quella disattenzione di Hamsik sia semplicemente l’effetto collaterale di un modo di fare del Napoli, forse un po’ snob, nell’abusare della propria sicurezza di tocco e passarsi la palla sempre come se intorno non ci fossero avversari. Invece ce n’erano e pure abbastanza, domenica nell’area di rigore partenopea, così che quel retropassaggio si è trasformato nell’ennesima gentile concessione, della quale gli altri puntualmente ne traggono profitto. Torniamo al punctum dolens del Napoli, quel difetto di concentrazione che fa più danni anche degli errori (sinceramente non tanti quest’anno) commessi dagli arbitri a sfavore della formazione azzurra. Sarebbe preferibile che Sarri facesse mente locale sulle criticità della squadra, così da trovare correttivi e poi, soltanto dopo, avventarsi con veemenza ed a giusta ragione addosso a chi danneggia il Napoli con sviste evitabili. Vada per Sergio Ramos ed Higuain, talmente bravi da sospettare che potrebbero fare gol pur non godendo della generosa libertà in area di rigore del Napoli, ma vedere come Mazzitelli ha realizzato domenica il 2-1 fa riflettere oltre che arrabbiare. Quel gol, che poteva determinare un’inopinata sconfitta, nasce da un dogma esistente nel sistema di gioco di Sarri: seguire il pallone e non l’avversario. Sarà bene che questo dato venga rivisto e sistemato, anche per cambiare il livello di concentrazione, decisamente modesto, alla luce dei gol subiti dagli azzurri. Lo screening è implacabile. Nei primi tempi il Napoli subisce 10 reti, solo una in più della Juve (9) e le stesse che incassa la Roma, ma nei secondi tempi si verifica un’incredibile inversione di tendenza: 25 reti subite, a differenza delle 11 di Madame e delle 17 della Roma. Evidentemente il problema è caratteriale e non tecnico, tanto da giustificare anche i tantissimi punti persi con i team di bassa classifica: 10 contro le ultime 7 della graduatoria, diversamente dalla Juve (soltanto 3 punti) e la Roma (soltanto 2). Programmare uno scudetto non si può, per la differenza di fatturato tra il Napoli e la Juventus, però provare a vincerlo è obbligatorio, purché venga ridotto al mimino ognuno di tanti errori solitamente commessi dalla squadra”.