Il “Caso Collana” arriva al Parlamento europeo
Il caso Collana arriva al Parlamento Europeo. Mentre il contatore parla di 76 giorni dalla chiusura del più grande polmone sportivo del Vomero, una interrogazione parlamentare a firma dell’onorevole Marco Affronte sta per essere presentata al consesso di Strasburgo. Fitta la corrispondenza tra Rino Nasti, uno dei promotori della marcia dei duemila che ha interessato il quartiere qualche settimana fa per sensibilizzare l’opinione pubblica sul Collana, ed il deputato europeo, riminese, che sta prendendo a cuore la situazione.
L’iniziativa nasce dal territorio e, attraverso Affronte vuole interrogare «il Commissario Europeo per la Cultura per conoscere le motivazioni che hanno indotto le autorità locali a chiudere l’impianto nella sua totalità, quali azioni siano state intraprese per consentire agli atleti ed alle loro famiglie la possibilità di esercitare opzioni alternative per l’esercizio del loro diritto allo sport, quali azioni siano previste per ripristinare, sia per parti, sia per la sua totalità la possibilità di esercitare tale diritto allo sport, riconosciuto prioritario dall’Unione Europea come descritto in premessa». Citato il ruolo sociale dello sport, cioè cosa rappresenta lo sport in quanto fenomeno sociale; la dimensione economica dello sport, ossia il contributo dello sport alla crescita e alla creazione di posti di lavoro in Europa; l’organizzazione dello sport, cioè il ruolo di ciascuno dei protagonisti (pubblici o privati, economici o sportivi) nella governance del movimento sportivo.
L’incarico di Commissario Europeo per la Cultura è ricoperto dall’ungherese Tibor Navracsics, per il quale non si potrebbe escludere una prossima visita napoletana. Cosa potrebbe trovare Navracsics è il nulla. Hanno abbassato la saracinesca anche quelli del Napoli Calcio Femminile e Maschile Carpisa Yamamay che hanno visto «azzerato tutto il lavoro straordinario svolto in questi anni, sia nel settore femminile sia nel maschile» dice il dg Italo Palmieri. «A partire dalla prossima settimana anche la prima squadra femminile, che partecipa al campionato nazionale di serie B, e la formazione Primavera, protagonista nelle scorse settimane nella finale del Torneo Arco di Trento, prima volta per una squadra del Sud, non svolgeranno più allenamenti in giro per la città di Napoli, evitando la continua ricerca di spazi da elemosinare nelle poche strutture libere a disposizione». Il futuro potrebbe essere fuori Napoli: Pozzuoli e Cava de’ Tirreni sono pronte ad ospitare un movimento che è costato in sei anni «un milione di euro di sola gestione ed ha visto centinaia di ragazzi e ragazze passare dal Collana». «Se le cose non cambiano rimetteremo il titolo nelle mani del sindaco» rilancia il presidente Lello Carlino, mister Carpisa che pure ha costruito con i suoi marchi tra basket e pallanuoto la storia dello sport napoletano. «Stanno mortificando i sogni di ragazzi e ragazze che si allenano quotidianamente in quell’impianto – ribadisce Palmieri – e noi, sinceramente non ce la facciamo più. Abbiamo perso prima le giocatrici più forti della prima squadra, poi i genitori hanno convinto i figli a seguire altre strade, attualmente ci alleniamo ad Agnano con 7-8 ragazze della serie B ed una ventina di ragazzi delle giovanili. Non vale la pena nemmeno il costo del campo». Un gigante d’argilla il cui ultimo urlo di dolore è quello di credere all’Europa nella speranza che al Vomero si torni a fare sport prima possibile.
Fonte: Il Mattino