Auriemma: “Il circo non piace solo a chi non ce l’ha”
“C’è modo e modo per dire “circo”. Potrebbe essere quell’edificio di for ma ellittica in cui si svolgevano le corse, le lotte dei gladiatori e gli altri spettacoli pubblici ai tempi dell’antica Roma; oppure quell’ambiente movimentato e colorato, a volte indicato con una sfumatura anche dispregiativa, per raccontare il modo di fare spettacolo degli artisti che girano il mondo con un tendone. Non è una lezione di semantica, è il necessario riordino dei pensieri, a volte un po’ confusi ed intrisi di un umore acido solitamente indicato come “invidia”. Il Napoli del domatore Sarri è un circo luminoso, sfavillante, nel quale si esibiscono soltanto grandi artisti. Solitamente sono giocolieri, ma possono essere anche trapezisti o prestigiatori, gente che conosce l’arte dell’equilibrismo da sfoggiare intorno in un sistema che esalta la qualità del gioco, a dispetto di una realtà che diventa troppo spesso utilitaristica al limite della noia. Sì, è vero, certe partite in cui la vittoria è l’unica cosa che conta, non esprimono nulla di spettacolare, sviliscono il senso di uno sport che fino a pochi anni fa poteva contare in ogni squadra fantasisti di altissima qualità. Il Napoli diverte, però, saprà anche vincere? E’ il grande enigma che rassicura chi il circo non ce l’ha e lascia con la perplessità perenne i tifosi che apprezzano la formazione partenopea, senza però essere certi che un giorno tutto questo si tramuterà nel trofeo che si attende da 27 anni. Mi sento di dire che sì, succederà, purché il progetto tecnico non subisca contraccolpi e brusche retromarce. Il Napoli potrà vincere lo scudetto, anche nel prossimo anno, ammesso che dall’organico fuoriesca uno, massimo due elementi, da sostituire con gente già pronta e non con il solito ragazzo di prospettiva che, poi, diventerà grande altrove. Il Napoli ha ormai davanti a sé una strada in discesa, purché alla guida del veicolo, lanciato a tutta velocità, ci sia ancora Sarri, con il supporto prezioso del ds Giuntoli. E per tanti anni ancora. Non è vero, come il coach sostiene, che “l’allenatore dopo un po’ comincia a puzzare”, basti vedere cosa hanno fatto e cosa hanno vinto Ferguson e Wenger in tanti anni di Manchester United e di Arsenal. Un allenatore capace come lui può davvero aprire un ciclo vincente nel Napoli e lasciare ai posteri le basi per continuare lo stesso lavoro anche dopo di lui. Devono rassegnarsi quelli che lo invidiano ed a cui non basta accumulare trofei, ma che vorrebbero ricevere anche gli apprezzamenti giustamente rivolti al coach tosco-partenopeo. Insigne è il simbolo di come un abile prestigiatore possa trasformarsi nel miglior giocoliere del circo messo in piedi da Maurizio Sarri”.
L’editoriale dul Corriere dello Sport