Ma…come sta oggi l’attaccante polacco?
Da un punto di vista medico, lo staff sanitario del Napoli non ha niente da eccepire: il ragazzo si allena con forza e costanza, nessun tipo di ricaduta all’arto infortunato, semplicemente una condizione fisica che non può essere brillante dopo il pesante ko. Cento giorni per rivederlo in campo, fu la scommessa fatta dal professor Mariani prima di sottoporre Arkadiusz all’operazione chirurgica.
I cento giorni sono stati rispettati, anzi addirittura anticipati. Ma tre mesi rappresentano il limite di tempo che occorre per stabilizzare il ginocchio e riprendere gradualmente l’allenamento quotidiano, con i suoi carichi pesanti che sono ben altra cosa rispetto alla fase rieducativa post-operatoria.
Sarri lo sta dosando con il contagocce: con tutti gli alibi del caso, il centravanti ancora non convince. Contro la Juventus ha toccato un solo pallone, quello di testa nel secondo tempo indirizzato verso Neto: unico lampo parziale di una gara anonima, annullato dalla difesa bianconera e in evidente difficoltà, a livello di tenuta e di forza fisica, rispetto a compagni e avversari. Ha ripreso a segnare gol a grappoli a Castel Volturno ma il lavoro quotidiano non può essere paragonato alle partite di campionato e di Coppa: nessuno toglierà la maglia di titolare a Mertens.
Milik in perfetta forma avrebbe garantito un tipo di gioco differente in attacco, oltre che maggiore fisicità. Aggredisce l’area, non gli danza intorno. Aveva detto Dennis Bergkamp, parlando di lui: «Al posto del sinistro possiede la bacchetta magica». E Ancelotti, che allena Lewandowski nel Bayern, aveva chiosato: zRobert nel complesso è più forte ma non ha il sinistro di Milik». Chissà quando rivedremo quel tiro secco e potente. Di sicuro non dal primo minuto all’Olimpico, questo è il tempo di Mertens.
Fonte: Il mattino