Pipita: buttati via 3 anni d’amore. I fischi caricano Higuain gol dedicati a De Laurentiis
La scena madre, il climax extracalcistico di una mezza settimana di sberleffi pedatori, s’è vista in diretta, nei primi minuti di
Napoli-Juve, quando un uomo, invasore solitario, eludendo abilmente la sorveglianza, è entrato in campo e ha lanciato un berretto contro Higuain, colpendolo dritto in faccia. Niente di grave per il Pipita, che ha raccolto il copricapo e l’ha consegnato a un inserviente, ma non si capiva se era l’atto finale della campagna anti-Gonzalo o l’inizio di una baruffa che travalicava i confini delle regole del tifo. Il pubblico s’è esaltato, i più fanatici avranno goduto per l’impresa in stile mediorientale, mentre l’invasore scornato veniva portato via dagli steward della sorveglianza beffata.
Si tratta di un invasore seriale detto il Falco, all’anagrafe Mario Ferri, originario di Pescara. Quando ha compiuto l’impresa al San Paolo indossava una maglietta con il simbolo di Superman davanti e la scritta Juve merda sulla schiena. La vendetta sudamericana, la rivincita gelida, sarebbe scattata
alla mezzora del primo tempo, per poi ripetersi nel secondo. Sempre lui, l’uomo che la città azzurra ha bollato come un rinnegato.
Ma, ieri sera, i fischi veri a Higuain, che avevano dominato le cronache non strettamente pedatorie della passata sfida napoletana domenicale, prima del lancio della scarpa, hanno prodotto una sequenza tra l’argentino e il pubblico tutta da interpretare. Quando è finito il riscaldamento (durante il quale la parola più gentile che è arrivata a Gonzalo dalle curve è stata sce-mo, sce-mo) e i giocatori stavano guadagnando gli spogliatoi, il Pipita esasperato ha rivolto un applauso ironico alle Curve. Il boato è cresciuto d’intensità e l’attaccante juventino ha portato la mano all’orecchio a significare che non sentiva, che insulti e fischi gli scivolavano addosso. Poi il gesto finale, rivolto alla tribuna: ha stretto le punte delle punte per dire a qualcuno: «Parli troppo». In molti hanno pensato che il finale della mimica fosse rivolto ad Aurelio De Laurentiis, ma in quel momento il patron azzurro non era in tribuna.
S’era capito, comunque, che ancora una volta non si giocava Napoli-Juve, ma Napoli-Higuain. Il gesto si è ripetuto dopo il primo gol che ha portato inizialmente in vantaggio i bianconeri (in divisa azzurra, un’altra volta, con il Napoli già vestito per andare in processione alla Madonna dell’Arco, il prossimo Lunedì in Albis), quando Higuain, ha rivolto ancora una volta la propria attenzione alle tribune e al gesto ha aggiunto qualche frase diretta di nuovo al presidente, che c’era, eccome. Questa volta parole e mimica sono stati inequivocabili. Gli esperti di lettura del labiale non hanno avuto dubbi, il Pipita avrebbe detto: «È colpa tua». In tanti, tra i napoletani allo stadio, e pure quelli a casa, visto l’andazzo, si saranno chiesti: ma sto Pipita che quasi non tocca palla al San Paolo e quando la tocca è subissato da urla e fischi, si becca una cappellata in faccia, non se le poteva risparmiare ste due trasferte all’ombra del Vesuvio, dove l’amore infinito s’è tramutato in odio sfinito? Questo dalla prospettiva napoletana, ma mettendosi nei suoi panni lo sfizio di infilzare Reina a Napoli se l’è tolto. E scusate se è poco. E poco non è.
La polemica tra De Laurentiis e il Pipita nel dopo partita si è triangolarizzata. Il fratello di Gonzalo, Nicola Higuain, ha scritto un tweet (ne ha scritti due, in verità: il primo l’ha cancellato e ne ha messo un secondo) a sfottò verso il patron azzurro: «Come mi piace la faccia di Aurelio ogni volta che segna mio frate. Alla prossima pres. Hahaha!!!». Qualche minuto dopo ne ha scritto un terzo, dopo essere stato bannato da De Laurentiis: «Addirittura bloccato! Pensa quanta importanza ho nei tuoi pensieri». Il presidente non ha voluto commentare né all’argentino né al fratello (gli sarà bastato cassarlo da Twitter). Ha tagliato corto con un secco: «Non ho nulla da dire su Higuain».
Fonte: Il Mattino