Il punto della situazione – di R. Muni: “Pari e applausi”
Il primo round tra il Napoli e la Juventus finisce in parità, grazie a capitan Hamsik che agguanta l’1 a 1 finale pareggiando lo svantaggio subito al primo e unico affondo degli ospiti. Gioca bene il Napoli, anzi gioca solo la squadra azzurra poiché i bianconeri si piazzano tutti dietro la linea della palla a protezione del minimo vantaggio. Chi ha affermato che la squadra di Allegri ha giocato come il Palermo non ha sbagliato ed il risultato è stato identico.
La squadra di Sarri, dopo aver metabolizzato il gol subito, si è riorganizzata ed ha provato a recitare il proprio canovaccio, nonostante gli ospiti facessero di tutto per distruggere le iniziative dei padroni di casa, con mezzi talvolta spicci. Al Napoli rimane l’onore di aver messo sotto la capolista sul piano del gioco e la grande amarezza per quel palo che ha detto di no a Mertens che aveva sui piedi il pallone della rimonta. Al triplice fischio di Orsato, ci sono solo applausi per la squadra azzurra, applausi con cui il pubblico napoletano ha ringraziato la squadra del cuore che ci ha provato fino alla fine a battere l’odiata vecchia signora. Alla fine di tutto, non siamo capaci di capire se si tratta di un punto guadagnato, visto l’avvio shock della partita, oppure di due punti persi, visto l’andamento dell’incontro. Rimane l’amarezza per il solito errore difensivo che ha aperto la via della rete alla squadra di Allegri, complice anche un intervento tutt’altro che impeccabile di Rafael, sceso in campo al posto dell’infortunato Reina. Gol a parte, il portiere brasiliano è stato uno spettatore non pagante, rimanendo inoperoso per tutto il tempo di gioco. Un punto conquistato che allontana il secondo posto, occupato dalla Roma adesso distante quattro punti e che riduce il margine sulla quarta, la Lazio distante nella stessa misura. Quella di domenica sera non era l’unica sfida in programma. Una sfida nella sfida era quella tra Higuaìn ed il suo passato recente e tanta era la curiosità di vedere quale accoglienza venisse riservata al centravanti della Juventus dal popolo del San Paolo. Il pubblico di casa ha dato grandissima dimostrazione di civiltà, nonostante i media avessero descritto un clima da guerriglia urbana, cavalcando l’onda dell’evento per gettare altro fango addosso a Napoli. La contestazione c’è stata, sonora ed assordante, ma assolutamente civile ed è stata sufficiente per mandare in bambola il fedifrago argentino trasformando la sua serata in un incubo. Solo e mestamente isolato in avanti, Higuaìn avrà toccato si e no cinque o sei palloni finendo per cadere nell’anonimato più assoluto. Qualcuno ha ribadito che Higuaìn ha scelto la Juve per vincere lo scudetto e non la classifica dei cannonieri…tutto vero, compreso il concetto machiavellico che il fine giustifica i mezzi. Tralasciamo ogni commento sull’etica del comportamento del calciatore e del suo fratello-manager Nicolas. Chi ha ribadito l’ovvio e scontato concetto, dimentica che alle latitudini di Partenope esiste ancora un modo romantico di vivere il calcio, fatto di forte passione e amore viscerale. Tuttavia, ritengo inutile spiegare stati d’animo e sensazioni, sentimenti e passioni legate ad una maglia, a chi fa della vittoria l’unica ragione del tifo, a prescindere dal modo.
Fa rabbia e anche un po’ sorridere chi rimprovera i tifosi del Napoli per le bordate di fischi all’indirizzo di Higuaìn, accusandoli di ingratitudine verso colui che ha dato alla causa napoletana. A questo proposito un dubbio mi assale. Chi deve essere più grato: il Napoli a Higuaìn per i suoi trentasei gol oppure il centravanti della Juventus alla squadra azzurra che gli ha permesso di battere il record di Nordhal? Amor con amor si paga caro Gonzalo, vinciti il tuo scudetto di cartone piegandoti al prepotente, rinunciando a combatterlo con l’azzurro addosso bensì schierandosi dalla sua parte ma non stizzirti con quel pubblico che ti aveva eletto numero uno. Quel bacio di Giuda, indirizzato verso la curva come un mariuolo, destinalo ad altri perché per noi adesso non sei più il numero uno ma un numero settantuno. Mercoledì sarà di nuovo azzurri contro bianconeri, sperando che questa volta le maglie rispettino i colori sociali delle due squadre. Il compito è arduo, per ribaltare il 3 a 1 dell’andata inflitto dalla Juve e dall’arbitro occorrerà l’impresa epica. La via che porta a Roma passerà dal San Paolo, credici Napoli e regalaci questa finale. Avanti Napoli, Avanti!
Riccardo Muni