Benevento, sanniti in crisi di risultati
Alla ricerca del bel calcio perduto. Baroni si interroga e prova a dare una risposta ai quesiti della gente dopo sei partite da incubo (appena 2 punti incassati). Eppure il suo Benevento non è affatto cambiato, l’analisi è lucida: «Se andiamo a rivedere le prime partite di questo campionato forse ci accorgiamo che giocavamo un po’ più bassi. Poi abbiamo preso coraggio e abbiamo fatto un gran bel calcio. Non possiamo tornare indietro, quello che abbiamo fatto è un patrimonio nostro, dobbiamo solo interpretare meglio le partite».
BARONI: «frenati». E’ inevitabile tornare alla serata col Trapani. Perdere per 3 a 1 subendo un solo tiro in porta è da “guinnes” dei primati. Senza dimenticare che alla prima occasione i siciliani si sono visti regalare un rigore assolutamente inesistente: «La squadra cerca di giocare, lo fa anche bene. Poi ti ritrovi a dover recuperare e quando ci riesci, arriva il secondo rigore. E’ lì che senti una pesantezza addosso che ti frena. Questo non deve avvenire, non possiamo perdere il nostro entusiasmo, per molto tempo è stata la nostra unica risorsa. E’ per questo che chiedo ai ragazzi di non essere diversi da quello che siamo stati finora, ma di trovare il giusto equilibrio».
QUANTI ASSENTI. La situazione dell’infermeria resta cristallizzata alla settimana scorsa: Falco salterà anche La Spezia, così come Puscas, Bagadur, Padella e Cragno. Baroni però non si fascia la testa: «C’è bisogno della migliore situazione psicofisica, chi va in campo starà certamente al meglio. Ciciretti è a posto, aveva avuto un problemino ma l’ha superato. A La Spezia sarà una partita difficile, contro un avversario che è partito per un campionato di vertice e che ha ambizioni da vendere. Quella di Di Carlo è squadra fisica, che gioca un calcio veemente. Per noi può essere il test perfetto, certamente il più importante in questo momento. Da giocare a mille, altrimenti si corre il rischio di fare brutta figura».
Sul modulo ha ancora qualche dubbio, nel corso della settimana ha provato di tutto: 4-4-2 o 4-3-3, difficile che si torni al 4-2-3-1 visto che non ci sarà Falco. «Sto valutando: è evidente che la differenza la farà la consistenza di squadra, la compattezza dei giocatori. Sto pensando di affidarmi a elementi che possano consentirmi sia l’uno che l’altro modulo». Dunque 4-4-2 di partenza, pronto a diventare 4-3-3 in fase di non possesso. Le prove in allenamento hanno dato risultati affidabili. «Questo gruppo è pronto a giocarsi le sue carte fino in fondo. Non voglio fare calcoli, ma se siamo ancora lì dopo queste sei gare in cui abbiamo messo poco fieno in cascina, vuol dire che prima abbiamo fatto qualcosa di importante. E allora vogliamo assolutamente ripartire: tutto è nelle nostre mani, sarebbe un peccato non essere protagonisti fino alla fine».Corriere dello Sport