Higuain non è Altafini e nemmeno Vinicio

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Anche il Leone fu mollato dal Napoli per i veleni di spogliatoio attizzati da Amadei, allenatore che non sopportava Vinicio e Pesaola. Fu ceduto scandalosamente al Bologna. Da ex al San Paolo tornò tre anni dopo con la maglia del Vicenza. Il Napoli vinse con un gol di Tacchi. L’applauso per Vinicio fu lungo e commosso. Luis tornò altre due volte sempre con la squadra veneta. Segnò due gol, ma il Napoli vinse 4-2. Nella seconda occasione, pareggiò il gol segnato da Altafini. Due grandi centravanti al confronto.
Il ritorno di Higuain non muove sentimenti. La fuga da Napoli, nascondendosi a Madrid per le visite mediche della Juve, un anno fa, ha ormai cancellato ogni traccia di doloroso stupore, amara sorpresa e tradimento. Il Napoli si ritrovò a Dimaro il 25 luglio. Il Pipita lontano, nascosto nella nebbia del suo destino malcelato. Il 25 luglio cadde il fascismo, il 25 luglio cadde a Dimaro ogni sospetto. Higuain divenne un idolo infranto come il maggiordomo Baines del racconto di Graham Greene, falso e bugiardo. Il giorno dopo, in un pomeriggio piovoso a Milano, il trionfante Beppe Marotta depositò in Lega il contratto che legava Higuain alla Juventus.

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Fonte: Il Mattino

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