Il suo primo incontro con lei fu, per usare un eufemismo, alquanto traumatico. Da allora il suo piatto preferito, probabilmente, non fu più quello degli “spaghetti allo scoglio”, ma quell’ isola è la sua isola. Il Pipita è seducente e seduttivo, non resta indifferente alla bellezza e non può restare indifferente a Napoli, Capri ed i suoi ricordi. Anche se sul suo film azzurro ha deciso di scrivere i titoli di coda. Sul rapporto del campione argentino con l’isola dei Faraglioni, il Corriere dello Sport scrive:
“Capri è un richiamo prepotente, una sirena che invita “el Pipita” a scoprire quest’universo magico nelle albe e nei tramonti dal terrazzo della propria stanza all’hotel Vesuvio, con quell’orizzonte abbagliante che seduce: è il 27 agosto del 2013, ed è la prima volta in cui Higuain si lascia andare per regalarsi due giorni da favola che un tuffo (incauto) trasformano in incubo. Higuain va a picchiare con il mento su uno scoglio, finisce in ospedale, resta con una cicatrice che scatena l’inferno mediatico tra De Laurentiis e il sindaco di Capri ed è costretto a farsi crescere la barba, perché i segni della disavventura sono tutti lì, sul volto. Ma Capri è un sogno che rimane, una amabile ed innocente tentazione da vivere ancora, in barca o al Quisisana.”