E’ il Napoli che da sinistra va a destra per poi arrivare in porta. E’ questione di Dna degli interpreti: il lancio di Insigne, l’irruzione di Callejon ed è fatta. Succede allo Stadium e repetita juvant: lo «scugnizzo» ben dentro al campo e tra le linee, lo spagnolo capace di andare oltre i difensori prima di inchinarsi sotto la curva (vuota) riservata ai tifosi ospiti. «Mi piacerebbe inchinarmi ancora». In realtà è andata sempre così, contro la Juventus, con Rafa Benitez in panchina da una parte ed Antonio Conte dall’altra ed è Callejon, che pure in quella circostanza ruba il tempo e lo spazio ad Asamoah, s’intrufola tra il ghanese e Chiellini e procede come sa. L’anti-Juve più «bollente» è questo spagnolo che ci prende gusto da quattro anni (sempre in doppia cifra), cinquantasei gol e tre delle quali alla Vecchia Signora, ormai entrata di diritto tra le vittime preferite. Poi, però, Callejon s’è (quasi) fermato dallo Juventus Stadium in campionato, ma la coppa Italia contribuisce a tenere su l’umore del tornante. Non è mai una partita normale, anche se poi, valle a rivedere, sembrano tutte così eguali: Insigne che si coordina e si piega per il lancio e Callejon che sta aspettando il momento dell’ormai classico «copia e incolla».