Immobile, il gol Italia è napoletano: «È importante avere cazzimma…». C’è una promessa di Lotito

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Questione di Dna, perché certe cose ce le hai dentro, sempre. Per Ciro Immobile i cromosomi intramontabili sono due: quello del gol e quello napoletano. È stato capocannoniere della serie A nel 2014 con la maglia del Torino (di Ventura) con 33 reti, ed è capocannoniere oggi dell’Italia (sempre di Ventura) con 5 reti nelle 6 apparizioni fatte fino ad oggi in azzurro. Per quanto riguarda il napoletano, poi, ci ha pensato nel dopo partita con l’Albania. «Il modulo passa in secondo piano quando c’è cazzimma...» , ha spiegato a chi gli chiedeva cosa cambia per lui giocare nello schieramento della Lazio rispetto a quello dell’Italia. Ciro Immobile non sbaglia un colpo. Che sia il 4-3-3 di Inzaghi o il 4-2-4 di Ventura lui si fa sempre trovare pronto all’appuntamento con il gol. Per Ciro non c’è bisogno di spostare le lancette perché sa sempre quando presentarsi. E così eccolo sbucare da sinistra e mettere la testa su quel pallone scodellato al centro da Zappacosta. Palo e gol. Con buona pace del compagno di squadra Strakosha che lo guarda e sorride. Succede spesso anche in allenamento. Immobile non è tipo che ti grazia quando ha la chance. Quella di venerdì è stata la sua quinta rete in sei presenze con l’Italia di Ventura. È il capocannoniere degli azzurri, quasi doppiato l’amico Belotti fermo a quota 3. Ciro in rapida successione ha punto: Israele, doppietta alla Macedonia, Liechtenstein e Albania. «È stato un gol importante, sono felice. I tre punti erano fondamentali. È andato tutto bene. Siamo sul pezzo; quando siamo in ritiro, è sempre un piacere lavorare assieme. La partita non era semplice, loro erano messi bene in campo. Giocare a Palermo è sempre emozionante Il pubblico ti dà una spinta in più. È stata una bella partita. Ho la fiducia del mister e questo mi permette di giocare concentrato al massimo», ha detto il bomber di Torre Annunziata. Ventura se lo coccola, non potrebbe essere altrimenti. Fu lui a inizio anno a consigliarlo a Lotito che stava cercando un attaccante. Profumo di bomber che ha inebriato anche Simone Inzaghi, uno che il fiuto del gol ce l’ha di famiglia. Non ha giocato un primo tempo straordinario, Immobile, azzurro sbiadito, è cresciuto nella ripresa fino a quella zuccata. Con l’Italia gioca in maniera differente rispetto alla Lazio. In Nazionale ha Belotti che fa il lavoro sporco, lui gli gira intorno. Inzaghi invece lo schiera come prima punta (non ha alternative) e in biancoleste svaria su tutto il fronte d’attacco. Un movimento continuo e dispendioso che però non gli ha impedito di mettere a segno 17 gol in 29 partite (tre le doppiette: Udinese, Cagliari e Bologna). Un ruolino addirittura migliore di quello della stagione 2013-2014 che lo incoronò re dei bomber di serie A. Lotito gli ha promesso un bonus di 2 milioni se arriverà a quota 20. È un uomo spogliatoio adesso Immobile. Non ce n’è uno che dica il contrario. Ride, scherza, inscena siparietti divertenti. Spesso e volentieri in coppia con l’amico e compagno di Nazionale Lorenzo Insigne, napoletano come lui. I due hanno fatto le fortune di Zeman e del suo Pescara nella stagione 2011-12, quando hanno centrato insieme la promozione in serie A con Immobile capocannoniere del campionato. Perché oramai è chiaro, nel Dna di Ciro il gol e l’essere napoletano sono cromosomi che viaggiano rigorosamente a braccetto.

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Fonte: Il Mattino

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