E’ durata poco la quarta assemblea dei 20 club di Serie A alla ricerca di un’intesa per eleggere il nuovo presidente. Un’ora o poco più, per sancire la rottura fra le 6 big (Juve, Inter, Milan, Fiorentina, Roma e Napoli) e gli altri club. “Impossibile procedere”, ha commentato Galliani, spiegando il motivo che ha indotto i sei club ad abbandonare i lavori. A questo punto, l’ipotesi del commissario diventa realtà.
Ma non c’è solo questo all’orizzonte. La frattura fra i sei club più ricchi (“Noi rappresentiamo l’80 per cento della tifoseria italiana”, ha detto Galliani) e le altre 14 società segna il destino di una Lega che è ormai divisa in due e che dinanzi al riparto dei diritti tivu con nuovo contratto alle porte non vuol scendere a patti: le big su un fronte, le medio-piccole sull’altro.
E’ un problema che si trascina da almeno un decennio, si è arrivati a soluzioni di compromesso sempre mal sopportate dai grandi club e stavolta si arriva alla resa dei conti. Con quali esiti non è dato sapere.
Poco prima delle 16, si è consumata l’ennesima -e stavolta pesante- rottura. Uscendo dalla Lega Serie A, Adriano Galliani ha parlato della scelta delle big italiane di abbandonare anticipatamente l’assemblea odierna: “Vista l’insanabile frattura con gli altri club. La lista di sei squadre composta da Juventus, Inter, Milan, Fiorentina, Roma e il Napoli, che rappresentano l’80% dei tifosi italiani hanno deciso di andare via dall’assemblea perché è impossibile, allo stato attuale delle cose, trovare una soluzione. Le altre squadre decideranno quello che è utile fare. La governance è la foglia di fico per poi finire nei soliti problemi della Lega. Le sei hanno deciso di uscire dalla comune”.
I lavori erano iniziati poco prima delle 14,30. Tutti presenti. Dopo tre riunioni in cui non si è arrivati neanche al momento del voto, i 20 club si sono trovati in via Rosellini per cercare di trovare una quasi impossibile intesa sul nome del presidente. Si sapeva che non c’era accordo fra le sei big e le medio-piccole, con il rischio commissariamento. La Lega, oltre ad affrontare il tema dello statuto da cambiare, avrebbe potuto decidere di eleggere almeno i due consiglieri federali da mandare a Roma.
Fra i dirigenti presenti anche l’ad del Milan, Adriano Galliani che ha scherzato salutando con un “Buongiorno presidente” il legale e consigliere d’amministrazione rossonero, Leandro Cantamessa, uno dei papabili per il vertice della Lega Serie A. Il presidente della Lazio, Claudio Lotito, potrebbe proporre il nome di Raffaele Squitieri, ex presidente della Corte dei conti e già responsabile dei revisori del Coni. Secondo le previsioni, è difficile attendersi per oggi l’elezione del presidente.
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