Dici Empoli-Napoli e pensi a Ciccio Baiano, l’ex attaccante napoletano che fece benissimo a Empoli, ora allenatore che proprio a inizio settimana ha chiuso in maniera amara l’esperienza di Varese con l’esonero da parte del club. Ecco quanto dichiarato in un’intervista rilasciata da “il Mattino”.
Empoli-Napoli sarà sempre la sua partita? «Il mio cuore è napoletano, Empoli è stata la mia prima esperienza lontano da casa. Una partita speciale. Tifo e tiferò sempre Napoli ma anche per l’Empoli che è stato il mio trampolino di lancio. E poi mia moglie è di lì e vivo a Firenze».
Dieci precedenti a Empoli, neanche una vittoria del Napoli. Come lo spiega? «Empoli è un campo difficile per tutti. In casa i giocatori moltiplicano le energie: sanno bene ogni anno che il loro primo obiettivo è la salvezza e vanno in campo con questo spirito battagliero che si amplifica contro la grandi squadre».
Neanche Maradona riuscì a battere l’Empoli con lei in campo. «Giocai solo una delle due sfide, finì 0-0. Il Napoli era più forte e creò tante palle gol ma nel calcio vinci solo se riesci a buttarla dentro e noi fummo bravi a resistere».
E domenica che partita sarà per il Napoli? «Difficile, anche se l’Empoli in questo momento sta attraversando un periodo particolare perché viene da cinque sconfitte consecutive: hanno sette punti di vantaggio sulla terz’ultima ma saranno sicuramente molto arrabbiati».
Ma il valore tecnico del Napoli è di gran lunga superiore. «La classifica parla chiaro ma nel campionato italiano non si può dare nulla per scontato. Se andiamo ad analizzare la partita contro il Crotone è vero che il Napoli ha vinto 3-0 ma c’è voluto un calcio di rigore per sbloccarla. Anche a Empoli gli azzurri avranno difficoltà all’inizio a trovare spazio, perché Martusciello è un allenatore molto preparato e sa bene che se gioca a viso aperto si consegna al Napoli, quindi farà una partita accorta».
Tridente leggero o centravanti? «Io schiererei senza dubbio i tre piccoli perché è una partita da vincere e conoscendo bene Sarri che non dà nulla per scontato sia contro la prima che contro l’ultima si affiderà ai migliori. E questa è una partita di grande difficoltà dove hai tutto da perdere e nulla da guadagnare: perché se perdi o pareggi è un problema grosso con le squadre dietro che spingono, se vinci invece è una cosa normale».
Come spiega queste difficoltà iniziali di Pavoletti? «Entrare nei meccanismi del Napoli non è semplice e anche i nuovi arrivati prima di essere lanciati nella mischia da Sarri devono aspettare tre-quatto mesi. Pavoletti è un grande centravanti e lo ha dimostrato dappertutto ma ha giocato sempre in modo diverso da come si muove il Napoli: con Sarri la prima punta deve collegare con il centrocampo per fare inserire gli esterni, se invece scappi sempre in profondità alla squadra manca un passaggio. Una questione di tempi di gioco».
E Milik? «Un discorso diverso, appena è arrivato si è subito adattato agli schemi della squadra: è stato fuori quattro mesi per infortunio e ha un fisico diverso rispetto ad Insigne quindi ha bisogno di più tempo per tornare in condizione. Il Napoli in questo momento non può permettersi di aspettare nessuno».
Hamsik è al top: come spiega questo suo continuo miglioramento? «Hamsik è un giocatore straordinario, un vero top player: il segreto è che dopo tanti anni cerca sempre di migliorarsi. Uno slovacco con la pelle azzurra, sente lo spirito di appartenenza al popolo napoletano e alla città».
La Redazione