La nuova vita del baby Rog

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Dal 28 febbraio a domenica, e dunque nello spazio di 13 giorni, Marko Rog ha collezionato più minuti di quanto fosse riuscito a fare sin da agosto. Ovvero, in estrema sintesi, in sei mesi. Totale: dalla Juve al Crotone, e dunque dalla notte di fine febbraio all’ultima di campionato al San Paolo, il centrocampista della Nazionale croata ha messo insieme 262 minuti, mentre in precedenza il suo carnet di gioco ne raccoglieva appena 164. La vita è davvero cambiata, vero? E non soltanto per lui, finalmente al centro del progetto della squadra: perché il Napoli, con la sua esplosione, ha scoperto un talento vero e una nuova soluzione importante. Per il presente e per il futuro.

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MOMENTO CLOU. E allora, la nascita di Rog. Non la rinascita, bensì proprio la nascita: recente e festeggiata a dovere con un bel fiocco azzurro. Prima della semifinale d’andata di Coppa Italia con la Juve, invece, c’era più che altro un nastro dorato sul pacchetto regalo di De Laurentiis al club: più o meno intatto e non ancora scartato, nonostante i 15 milioni investiti in estate per strapparlo alla Dinamo Zagabria e alla concorrenza. Da uomo della curiosità di un’intera città, oltre che del presidente, a uno dei simboli del giovane, spettacolare e un po’ naif Napoli ancora in corsa su due fronti. In un lampo. Ma ora, in virtù della grande considerazione che il tecnico gli sta riservando, tocca a Rog conquistare la copertina nel momento clou: tra il secondo posto e l’assalto alla fine di coppa, c’è ben poco da sperimentare.

SALTO TRIPLO. Il ragazzo, 21 anni e la patente di nazionale croato sin dall’Europeo, ha stoffa di grande qualità. Sì, ha colpi e padronanza nello stretto, uno strappo esplosivo e notevoli capacità atletiche abbinate al carattere dei duri (soprattutto nei contrasti). La personalità non gli manca, insomma, e sebbene la crescita sia appena iniziata, se manterrà le promesse diventerà anche decisivo con il passare del tempo. Dalla Juve al Crotone, e dunque in 4 partite e 13 giorni, ha messo insieme 3 presenze da titolare (con bianconeri, Roma e calabresi) e uno sprazzo di Champions con il Real. Per complessivi 262 minuti: 98 più dei 164 collezionati da agosto al 27 febbraio in 7 presenze. Una dall’inizio con lo Spezia e poi apparizioni con Inter (esordio, 2 dicembre), Benfica, Cagliari, Milan, Bologna e Genoa. Un salto triplo. Da record.

LA CRESCITA. Dopo un inserimento lungo e faticoso, come testimoniano i tre mesi di buio e il debutto con l’Inter a dicembre, alla fine però l’ha spuntata lui: Rog il tenace. E nel bel mezzo del ciclo terribile con Juve, Roma e Real, Sarri lo ha gratificato e investito di responsabilità vere. Risposte: tutte esatte. Addirittura da grande quella scritta e firmata nel testa a testa per il secondo posto con la squadra di Spalletti all’Olimpico. Con tanto di gol sfiorato. Applausi, di soddisfazione e incoraggiamento: perché l’impressione, per doti e potenzialità, è che Rog possa fare ancora molto di più. L’importante è esserci. Anzi, essere nati.

Fonte: CdS

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