La Roma in EL – Lacazette contro Dzeko, vediamo alla fine chi si sarà divertito di più
Cinquantasei gol in campo. Si possono fare in tanti modi, basta essere pratici del mestiere. Nel giorno di Lione-Roma non importa se sei un centravanti di peso o una punta guizzante: tu comincia a segnare. Uomini d’area ma non solo. Finalizzatori di squadra.
IL PERSONAGGIO. Alexandre Lacazette è un tipo spiritoso, leggero, con quel passo da rapper e la battuta sempre pronta. E così, mentre l’addetto stampa gli tappa la bocca quando si parla di mercato e di futuro, può strappare una risata della sala stampa del Parc Ol mentre gioca sul duello contro Dzeko: «Vi dico io cosa mi manca di Dzeko. I centimetri». Dzeko è 1.93, Lacazette 1.75. «Scherzi a parte, lui è più potente e forte nel gioco aereo, è un attaccante di primissimo livello in Europa, ma io sono più veloce». Cari Manolas, Fazio e tutti gli altri: attenzione perché Alex, come lo chiamano a Lione, sguscia all’improvviso da tutte le parti. «Spero tanto di sfruttare qualche occasione in questa partita – continua – ma dovrò essere abile perché so che contro la Roma non me ne capiteranno tante». Finora è stato spietato, meritandosi le attenzioni dei club inglesi che sono pronti all’asta: il presidente Aulas chiede 70 milioni. Lacazette ha segnato 27 gol in 29 partite stagionali, con una media di uno ogni 94 minuti, eppure attende ancora la consacrazione a livello internazionale, come gli ricorda un giornalista francese: nelle coppe europee, tra Champions ed Euroleague, finora è a quota 3 in stagione e nella nazionale francese è fermo a 1 in 10 presenze.
PARAGONI. Sotto questo aspetto, al di là delle differenti caratteristiche morfologiche e tecniche, Dzeko è più omogeneo. E anzi, partendo dall’inizio dell’Europa League, ha segnato 8 gol in 6 partite (5 dei quali in trasferta) che ne hanno arricchito il pallottoliere fino a 29 reti complessive. La media realizzativa è inferiore a quella di Lacazette (una ogni 103 minuti contro una ogni 94) ma il contributo alla squadra, che si misura anche con gli assist e i rigori procurati, senza contare i pali è sullo stesso piano. E anche se viene da tre partite senza gioia personale, nella prima intervista Uefa da capocannoniere del torneo ha confessato: «Sto vivendo la migliore stagione della mia carriera». Meglio del 2008/09, Wolsfsburg, quando vinse la Bundesliga e infilò 36 palloni nelle porte altrui: «Adesso ho 30 anni, quasi 31, ma non me li sento affatto. Lavoro tanto, prima e dopo l’allenamento, con la voglia di un giovanissimo. Ho già segnato due triplette in questa edizione dell’Europa League, so di aver compiuto qualcosa di grande, ma mi auguro di ripetermi e continuare su questa strada». Alla Roma adesso servirebbe proprio. E c’è una coincidenza incoraggiante: come a Villarreal, Dzeko è entrato in campo al Parc Ol per l’allenamento di rifinitura osservando le aree di rigore. Al Madrigal l’analisi del terreno di caccia funzionò: anche per questo la Roma è qui.
Fonte: CdS